(CI STIAMO AVVICINANDO AL SECONDO NUMERO DI STILEMASCHILE. NEL FRATTEMPO, SCANDIAMO QUESTO CONTO ALLA ROVESCIA RIPUBBLICANDO SU IL CLUB TUTTI GLI ARTICOLI DEL PRIMO NUMERO).
di Nicola Bene
Quali sono gli orologi più eleganti del momento e con cosa si scontrano sul mercato? Lo spirito degli orologi di un tempo, eleganti e semplici, si riaffaccia in un mercato sempre più dominato dai ‘muscle watch’. (Il Direttore)
Da qualche anno, più di 10 sicuramente, i segnatempo da polso hanno acquistato dimensioni e pesi da culturisti. Mentre tutti gli altri oggetti del nostro vivere quotidiano cercano la miniaturizzazione e la complementarietà dei servizi, gli orologi seguono il percorso inverso diventando più ingombranti e al contempo meno leggibili. Apripista di questo fenomeno è stato senz’altro l’acquisto di Officine Panerai (1997) da parte di un grande gruppo del settore lusso, che ne ha volgarizzato la storia e gli stilemi estetici.
Se qualcuno, imitando il guru dello stile italico e ‘avvocatesco’, lo porta sopra la camicia, qualcun altro dovrà piegarsi alle stazze monstre allacciandoselo addirittura sulla giacca… Questione di tempo e questi ‘bilancieri’ saranno l’ordinario.
Basta vedere cosa è uscito fuori dalle vari fiere svizzere d’inizio anno, le più importanti vetrine internazionali del settore, per rendersi conto di questa vague, alla quale si sono piegate anche aziende come Hublot o Jaeger-Le Coultre, che come marchi modaioli qualsiasi hanno abbandonato la semplicità e la classe dei propri prodotti per qualcosa che definire orologi è fuorviante.
Questa premessa ha l’obiettivo di trarre in inganno il lettore, giacché noi parleremo della corrente opposta (timida ma c’è), quella del ritorno al classico e alla classe dell’estetica vera di orologi tout court, che tutti noi vorremmo comprare per lasciare in eredità alla nostra progenie senza sentire, tra vari lustri, esclamazioni tipo: “Ma che roba è?”.
MONTBLANC
Cominciamo con il Montblanc Villeret 1858 Vintage, esercitazione di classe e perizia tecnica, non solo nel pregevole movimento ma in ogni suo singolo componente. È un cronografo con lo smistamento delle funzioni cronografiche con ruota a colonna. Le funzioni sono attivate dal monopulsante co-assiale. La ricercatezza del quadrante è espressa dalla grafica piacevolmente retrò e dal materiale, un disco d’oro massiccio scaldato in un forno fino alla temperatura di 800 C°. Completano l’orologio la scala telemetrica all’esterno e quella tachimetrica al centro, sviluppata “a chiocciola” in modo da consentire misurazioni fino a tre minuti di durata.
Il Vintage Chronographe è disponibile, per i più fortunati, in due edizioni limitatissime: 58 pezzi in oro 18 k rosa e 58 con cassa in oro 18 k bianco. I prezzi al pubblico saranno tra i 30 e i 40.000 euro a seconda se lo preferite in oro rosa o in bianco.
LONGINES
Nel 1933 il pilota Charles Lindbergh inizia un viaggio aereo di ben 47.000 km attorno all’Atlantico del Nord, portando con sé un cronografo da polso Longines appositamente sviluppato per la missione. La Casa non smette mai di ‘ringraziarlo’ (e di sfruttarne il nome…), tanto che riedita oggi un nuovo segnatempo movimento meccanico a carica automatica, con riserva di carica di 46 ore. Il fondello si apre con un pulsante, permettendo così di manifestare la bellezza del meccanismo, coperto da vetro zaffiro.
Dall’altra parte, quella che adocchieremo quotidianamente, il quadrante bianco svetta tra le linee sinuose, impreziosito dalla grafica che riporta tachimetro, numeri arabi neri dipinti e minuteria chemin de fer nera, anch’essa dipinta. Completano il quadro d’antan lancette in acciaio azzurrato.
VACHERON CONSTANTIN
La grande Maison è una delle vette dell’alta orologeria mondiale, la più antica, quella che mai si è piegata all’impiego del quarzo e che fa della classe la sua cifra stilistica maggiore.
Ultimi capolavori della sua gloriosa storia sono due ultrapiatti, elegantissimi e davvero senza tempo. Fanno parte della collezione Historique, 1955 e 1968.
Il 1955 misura soli 4,1 mm. di spessore decretandolo con grande merito l’orologio a carica manuale più sottile del mondo. La sua cassa misura 36 mm di diametro e ospita il Calibro 1003 che con i suoi 1,64 mm è – per restare in tema – il movimento meccanico a carica manuale più esile del mondo.
Il modello Historiques 1968 è come il 1955 in oro rosa 18K 4N, ma con cassa quadrata che misura 32,5 mm di diametro e 5.5 mm di spessore. Al suo interno è alloggiato il Calibro 1120, leggermente più spesso del Calibro 1003 giacché e a carica automatica. Tutti i movimenti della Vacheron si fregiano del Punzone di Ginevra, attestato della qualità ai massimi livelli tecnici.
TISSOT
Terminiamo questa breve carrellata tra i modelli che vogliono recuperare l’estetica più connaturata all’orologeria classica con l’esemplare meno costoso ma non per questo poco dignitoso. Anzi. Lanciato nel 1953 per celebrare il 100° anniversario di Tissot, il Visodate affonda le proprie radici in una storia ricca e all’insegna dell’innovazione. In quel periodo, un datario completo in un movimento automatico era un’operazione di grande ricercatezza. Tissot ha replicato alla perfezione lo spirito del ‘padre’ in questo ‘figlio’ moderno.
Bello il l logo Tissot originale dell’epoca.
Il movimento a carica automatica, ETA, 2836-2, con riserva di carica di 42 ore è custodito da una cassa in acciaio di 40 mm, trattata o no in PVD dorato. Vetro zaffiro bombato antigraffio e fondello trasparente completano la dotazione di questo riuscitissimo segnatempo.