di Cristiano Gamba
L’ABC della scarpa artigianale, per rinfrescare le nostre nozioni in materia e iniziare un viaggio alla ricerca di segreti più esoterici.
Una quotidiana abitudine, un dilemma da sorvolare, una cultura rimasta oscura con alle spalle una lunga storia mancata. È tutto quello che non dovrebbe essere oggi la scarpa ma che, invece, si esemplifica in una banale cucitura di suola con una tomaia imbrigliata da stringhe, ancora meglio se costosa e del tutto indifferente da dove arrivi, a meno che si consideri il brand che la produce, o la vetrina che la espone. La visione che si ha oggi della scarpa è il punto da cui partire per poterla conoscere a fondo: cancellando completamente i luoghi comuni e facendo un passo indietro. Meglio se due. Dimentichiamoci stock ad alta diffusione per un momento, tralasciamo pecunia e griffe: cogliamone l’anima. L’anima che ne ispira l’uso; l’anima che la tiene vivida e bella nel tempo; l’anima che la rende neutra agli influssi metamorfici della moda e l’anima di chi ancora oggi la produce manualmente. La scarpa è un prodotto artigianale con un nome, un’origine e una storia. Ogni calzatura appartiene ad una specie e parla una lingua, che l’uomo deve conoscere quando decide di calzarla e, prima ancora, quando sceglie quale indossare…
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