«La posizione è di eccezionale bellezza, nella più lussureggiante piana del mondo, ma con estesi giardini che si prolungano fin sulle colline; un acquedotto v’induce un intero fiume, che abbevera il palazzo e le sue adiacenze, e questa massa acquea si può trasformare, riversandola su rocce artificiali, in una meravigliosa cascata. I giardini sono belli e armonizzano assai con questa contrada che è un solo giardino.»
(Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia)
Patrimonio è una parola bellissima, che solo etimologicamente riguarda la figura del padre. Investe, invece, il concetto base di una civiltà: la trasmissione di sapere e di bellezza.
Da genitore a figlio, da generazione a generazione. Si passa il testimone della conoscenza e della cultura di un popolo, di una civiltà. Cultura, che deriva dal verbo coltivare, si lega al concetto di patrimonio. Come semina, cura e crescita. Così ognuno di noi si costruisce una identità, così un insieme di persone progredisce per migliorare la qualità della propria vita.
Più le radici sono sane, più l’albero e i suoi frutti saranno rigogliosi.
Ci siamo forse per sempre dimenticati di quanto la vita di un individuo sia indissolubilmente legata a quella dei nostri padri e ai nostri figli. Siamo qui per creare e perpetuare, nel segno della nostra cultura. Per dirla con Carl Gustav Jung, siamo archetipi che si rinnovano nella forma ma non nel contenuto, quell’inconscio collettivo che guida da sempre il genere umano.
Se dunque i padri hanno il dovere di conservare e di insegnare, i figli hanno l’obbligo di imparare e trasmettere a loro volta.
Questa è la forma della bellezza classica, tutt’altro che soggettiva, come il mondo dei consumi vuole farci credere, ma perpetua e perenne. Come scriveva Italo Calvino, è Classico ciò che non smette mai di dire ciò che ha da dire…
Come dicevamo, dunque, oggi è sempre più raro trovare realtà che si agganciano così profondamente, e senza nulla cambiare, alle loro radici. E sono veri e propri patrimoni, eredità, testimonianze della nostra cultura.
Ancora più raro è trovare una manifestazione in cui più ‘patrimoni’, di natura apparentemente diversa, si incontrano, sino a collaborare.
È avvenuto, invece, con la Reggia di Caserta e Cilento, due realtà nate nel 18mo secolo, (la Reggia fu inaugurata nel 1774, Cilento risale al 1870) che si trovano ora riunite in un progetto che travalica il mondo della moda per entrare a pieno in quello della cultura, nel suo senso più ampio.
È la prima volta in assoluto che una Casa che lavora nel mondo dell’abbigliamento, ben nota gli amici di Stilemaschile, unisce la propria abilità e il proprio gusto a un monumento così importante e ammirato nel mondo.
Ugo Cilento ha selezionato alcuni soggetti, dettagli e opere presenti all’interno della Reggia, e li ha riprodotti su foulard e cravatte. Gli elementi scelti sono il Bagno di Venere, Ercole, il Trono, il Planisfero, un particolare della sala del Trono e la facciata della Reggia.
“Abbiamo rivolto un impegno particolare alla valorizzazione delle eccellenze di cui è ricca la Campania e la provincia di Caserta – dichiara il Direttore Mauro Felicori (nella foto sopra con Ugo Cilento)- e la Reggia, con la bellezza e unicità dei suoi elementi artistici, intende rappresentarle con prestigio e autorevolezza in Italia e nel mondo. Siamo perciò felici che la Maison Cilento, una delle aziende più importanti nel settore della moda abbia scelto la Reggia per la sua nuova collezione”.
“Aver realizzato una collezione dedicata alla Reggia di Caserta è un motivo di grande soddisfazione per me, soprattutto per la storia che lega il Palazzo Reale e la Maison Cilento, nati a soli sei anni di distanza l’uno dall’altro, nella cornice del massimo splendore Borbonico e vanvitelliano; – sottolinea Ugo Cilento – mi riempie di orgoglio avere in concessione il marchio della Reggia di Caserta e di poterlo utilizzare come fonte di ispirazione per future collezioni. Ho scelto personalmente gli elementi e i colori con cui realizzare ogni pezzo, cercando di rispettare la tradizione, e rendendo al tempo stesso i capi attuali e al passo con la moda”.
Queste le parole dei rappresentanti dei due patrimoni, che giustamente sottolineano l’unicità di questo progetto.
Ma vediamo nel dettaglio i soggetti scelti.
Il Bagno di Venere
All’interno del giardino inglese della Reggia c’è questo scorcio suggestivo, così denominato per la presenza di una statua in marmo di Carrara, opera di Tommaso Solari, che ritrae la dea nell’atto di uscire dall’acqua di un piccolo lago, contornato da un bosco di allori, lecci ed esemplari monumentali di Taxus baccata.
Ercole
Al piano terreno della Reggia di Caserta, nella nicchia che fronteggia lo Scalone, si trova una delle statue più grandi che ci abbia lasciato l’antichità, un Ercole in riposo, alto 3 metri.
Il Trono
La Sala del Trono rappresenta l’ambiente più ricco e suggestivo degli appartamenti reali. Questo era il luogo dove il Re riceveva ambasciatori e delegazioni ufficiali, in cui si amministrava la giustizia del sovrano e si tenevano i fastosi balli di corte. Nella volta domina l’affresco di Gennaro Maldarelli (1844) che ricorda la cerimonia della posa della prima pietra.
Il Planisfero
La volta della Prima Sala della Biblioteca è affrescata con un Planisfero circondato dai segni zodiacali e dai venti, opera di Filippo Pascale su disegno di Carlo Vanvitelli.
Va notata, sugli accessori, la fedeltà alle colorazioni originali delle opere d’arte. Ugo Cilento ha scelto infatti di utilizzare i colori esistenti senza stravolgerli.
Questi sono i foulard con i soggetti che vi abbiamo sin qui raccontato:
Sulle cravatte, sette pieghe lavorate a Napoli, la pala principale riporta uno degli scorci scelti, lavorato all over, mentre sul codino il dettaglio è riportato su scala più grande insieme al logo della Reggia.
Ancora una volta sottolineiamo l’attenzione di Ugo Cilento al mondo della cultura, un impulso, anzi un dovere il suo, come testimone di una Casa che ha attraversato 4 secoli, che dall’inaugurazione nel nuovo negozio-museo sulla Riviera di Chiaia a Napoli si è concretizzato sempre più, rendendo omaggio a realtà storiche, monumentali, di costume che mai prima si erano avvicinate al mondo dell’artigianato e della moda.
Solamente valorizzando il passato si può avere un grande futuro.
Per info: www.cilento1780.it