Manfred
Ho il cuore infranto, no!, non mi tenere così stretto. Io son tutto debolezza …
… Vieni con me. S’annerano le nubi… Ecco, appòggiati a me … posa il tuo piede
così … col mio bastone … Tienti stretto a quel cespuglio … dammi la tua mano.
Piano. Bene … così
Manfred
… Non importa. Conosco la mia strada. Non mi serve una guida
Figura e portamento, le tue vesti ti rivelano nobile
Manfred
…che importa? Perdona la domanda e sii più allegro.
Gusta un po’ del mio vino è d’una antica vendemmia
Manfred
…no!, c’è sangue sulle labbra del tuo bicchiere. Non mi sarà dato
dunque mai che la terra l’assorba!
Che vuoi dire? Sei pazzo?
Manfred
Dico è sangue! Il mio sangue; l’umore puro e caldo che scorre nelle vene dei miei padri
e nelle nostre quando noi eravamo giovani ed avevamo un cuore solo,
e ci amavamo come non avremmo dovuto amarci. E, sparso, mi riappare
colorando le nubi che mi chiudono il cielo ove non sei e non sarò mai.
Qualunque sia il tuo male, hai da soffrirlo.
Manfred
E non lo soffro, forse? Guarda: io vivo!
Una vita ch’è eterno delirio …
Manfred
Ho vissuto lunghissimi anni molti:
nulla a fronte degli anni che m’è dato ancora numerare. Età, età, spazi, eternità, coscienza, questa sete di morte, estinta mai …
… sul volto impressa sta la tua mezza età …
Manfred
… Credi tu forse che la vita dipenda dal tempo? E poche nostre sono i nostri gesti.
I gesti miei hanno reso giorni e notti eterne, innumeri, uniformi: sabbia
deserto vuoto, freddo, furia infrangersi d’onde, e nient’altro ha posa che carcasse
e i marci legni del naufragio, roccie e amarezza d’alghe.
Tu sei pazzo!
Il cielo ti dia pace e il pentimento ti conforti e ti renda a te stesso.
Per te voglio pregare
Manfred
Non mi serve!, ma posso sopportare la tua pietà …
(Appare la Maga delle Alpi)
Manfred
O mirabile Spirito capelli di luce abbaglianti occhi di gloria
sulla tua fronte ferma e chiara dove si pecchia l’anima serena
pura immortale leggo che tu perdoni a un figlio della terra,
se si avvale di questi suoi incantesimi per evocarti così
per contemplarti un attimo
Maga
Figlio della terra!, io ti conosco. So chi ti dà potenza. Ti so uomo di
molti pensieri e imprese tante vili ed oneste in entrambe estremo.
Agli altri e a te fatale nel tuo soffrire. Che vuoi da me?
Manfred
Contemplarti. Nient’altro. L’aspetto della terra mi ha fatto impazzire.
Cerco rifugio nei suoi misteri
Ho chiesto all’invisibile quel che non può concedermi
… Una grazia …
Maga
… Racconta …
Manfred
È una tortura, ma che importa, il mio dolore troverà una voce.
Alla mia giovinezza fu accordata un’anima diversa dalla comune argilla a me compagna
il mio genio mi fece straniero in questa terra. Tra le creature che m’ebbi attorno, una soltanto
… ma di Lei più tardi … La aia gioia fu sola: nelle notti mute seguire il corso della Luna
tenta e degli astri, e i fulmini accecanti fissare fino a chiudere
gli occhi; e ascoltare le foglie disperse e i canti serali mormorati dai venti dell’autunno.
Tutto qui il mio piacere. E l’essere solo…
Sprofondai nei miei viaggi solitari nelle caverne della morte, sempre
cercandone le cause nei suoi effetti; … da ossami disseccati, teschi e polvere
trassi vietate conclusioni. Per anni spesi le notti in antiche scienze:
– tempo e travaglio e prove tremende – Astinenze che sole possono
sull’aria e sugli spiriti, sullo spazio – popolato infinito; ho gli occhi miei assuefatto a quell’eterno
come prima di me fecero i maghi. E con la scienza crebbe la mia sete
di scienza … Io non ho nominato padre o madre, amante, amico, o altri con cui avessi
legami umani, o tali a mc non parvero.
… Una vi fu …
Maga
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