Nel 1957, Fred Astaire, attore e ballerino dotato di grande classe ed eleganza, concesse una intervista al magazine GQ. L’argomento fu il suo abbigliamento. Visto che Astaire è ancora oggi una icona di stile, le sue parole sono ricche di spunti e indicazioni importanti. Per questo, le riportiamo qui sotto, tradotte in italiano dal nostro amico e collaboratore Paolo Tarulli.
Buona lettura.
“So che ogni tanto vengo incluso in quelle liste degli uomini più eleganti, ma ne rimango sempre sorpreso. Non ho mai pensato di essere ricercato e inappuntabile, perché ho uno stile troppo rilassato”. L’attore, per quest’intervista, indossa una camicia rosa senza cravatta e pantaloni classici in cotone color tabacco; le calze sono in lana grigia, le scarpe in camoscio scuro.
“Naturalmente nel mio lavoro uno si deve vestire secondo il ruolo che interpreta, ma a casa mi vesto per me”.
Astaire preferisce lo stile classico, che non si fa notare. Ha idee ben precise su come un uomo dovrebbe vestire. I suoi abiti sono tutti tagliati dal sarto su misura, un tempo erano fatti a Londra, adesso li fa eseguire in una sartoria di Beverly Hills a circa 250 dollari ad abito. “Una volta seguivo molto lo stile ed il giudizio dei Brooks Brothers, ma adesso credo di essere lontano dal quella maniera di vestire”.
A grandi linee il guardaroba di Astaire comprende due abiti da cerimonia, un paio di smoking a doppio petto, con uno ad un petto in arrivo dal sarto, e circa venti altri abiti. “Ne ho dati via una mezza dozzina proprio l’altro giorno, non li posso vedere quando rimango appesi, inutilizzati”. Vanno aggiunte all’elenco una dozzina di giacche sportive ed una selezione di pantaloni in flanella e in cotone. Tutto, per “un paio di dozzine di combinazioni comode”, conferma l’attore.
“Sono molto meticoloso con il taglio dei miei abiti. Normalmente li riporto dal sarto anche una mezza dozzina di volte: troppe spalle, giacca troppo corta oppure troppo lunga… Odio quando sull’abito c’è troppa stoffa. Non vedo il motivo di andarsene in giro con tutto quel tessuto inutile…”.
Astaire detesta lo stile Ivy League, “Credo stia bene ai ragazzi giovani, ma su di me ha un effetto terribile”. E’ altresì convito che lo stile classico sia quello inglese: “bisogna dar loro credito, sono stati molto costanti nel modo di tagliare gli abiti, non cambiano mai”. Una delle mode odierne che fa infuriare il maestro è quella relativa alla demonizzazione del doppio petto, “E’ incredibile come abbiano malignato su questa tipologia di abito. All’estero si vedono almeno tre doppiopetto per ogni abito ad un petto solo. Io personalmente preferisco anche lo smoking a doppio petto. Innanzi tutto consente di evitare di dover indossare quella mostruosità che è la fascia, e poi consente di evitare tutta quella serie di obbrobriosità come le camice con lo sparato a sbuffo. Non capisco, inoltre, la mania di portare cravattini rossi da sera…”.
Nello scegliere le tonalità dei tessuti per abito, Astaire preferisce i colori scuri, il blu scuro, il grigio scuro ed il marrone scuro: “L’unico colore chiaro che mi piace è il grigio medio”. Gli piacciono anche i gessati, ma insiste perché le righe siano spaziate di almeno un pollice od un pollice e mezzo, “E’ la maniera inglese. Non c’è nulla da fare, magari a volte ci allontaniamo dal loro stile, ma alla fine si torna sempre allo stile britannico, tutte le idee vengono da lì”.
Astaire è sconfortato dalla moda moderna: “Ad Hollywood hanno grandi cappelli, giacche lunghe, colori brillanti e combinazioni pazzesche con le camice che escono dai pantaloni. Questa moda si è diffusa fino alla costa orientale, ma fortunatamente non ha raggiunto gli inglesi, ringraziando Dio”. Uno degli orrori che lo disgustano di più è la lunghezza delle giacche moderne, “una giacca dovrebbe essere lunga a sufficienza da coprire il posteriore, non dovrebbe arrivare alla ginocchia. L’altro giorno ho messo su la giacca di un amico che ha la mia taglia, giuro che mi arrivava alla ginocchia”.
Per quanto riguarda il taglio, l’attore è convito che si debbano far fare gli spacchi laterali all’inglesi alti, “molto profondi anche sette pollici.” Adesso preferisce le giacche a due bottoni, ma in gioventù’ preferiva le giacche a tre, “Ne abbottono sempre solo uno, credo che abbia un aspetto migliore allacciato cosi.” I pantaloni hanno sempre il risvolto e spesso sono un pochino più corti della media, “non mi piace quando i pantaloni si afflosciano sulle scarpe.”
Passando alle camicie, Astaire talvolta le fa fare su misura, ma di solito le compra confezionate. Con gli abiti completi, egli preferisce camice morbide ed in colori chiari nelle tonalità del rosa, del blue e del tabacco. “Occasionalmente compro camicie bacchettate.” Preferisce i polsi con il bottone purché’ siano ben fatti; indossa i polsi doppi con i gemelli solo con abiti formali. I gioielli che indossa quotidianamente sono limitati ad un anello sigillo d’oro e a semplici fermacravatte a spille. Astaire dice di avere l’impressione di avere mille cravatte, in realtà sono una settantina. Gli piacciono le cravatte classiche non quelle strette, “faccio sempre il nodo Windsor”, i colletti gli piacciono o botton down o alla francese tenuti fermi dalla spilla, non apprezza quelli con la linguetta e il bottoncino. “Un tempo usavo anche i farfallini a pois, ma adesso non più”. L’attore spiega di avere un’avversione per le cravatte troppo strette, “sono già abbastanzastretto io!” Le cravatte gli piacciono in colori scuri, con disegni piccolissimi, e ha solo un paio di regimental con i colori dei club a cui appartiene.
Nel reparto calzature Astaire annovera una cinquantina di scarpe da ballo professionali ed una ventina di paia normali. “Ho scarpe che sono in ottimo stato come quando le comprai venti anni fa, e le assicuro che le ho messe spesso.” Alcune paia sono large e cosi Astaire usa mettere due calze di lana per andare a passeggiare. Tutte le scarpe sono fatte su misura a Londra. Per quanto riguarda i colori, i pellami e le fogge, l’attore preferisce il camoscio ed il mocassino. A parte le scarpe da sera, tutte le altre sono in marrone scuro, “Non ho più pumps da smoking, un tempo le portavo ed erano divertenti ma adesso non credo che torneranno di moda.”
“Mi è difficile giudicare la maniera in cui mi vesto”, sospira Astaire, non gli piace come appare in certi film e si lamenta che nell’ultimo i pantaloni fossero troppo corti. Non crede di avere un posto tra i grandi fanatici dell’abbigliamento e sfata il mito secondo cui egli creerebbe da solo i propri cappelli. Ha una macchina allargatrice a casa e la usa per allargare i cappelli che acquista e che trova stretti, “Non mi faccio i cappelli da solo, ma li allargo un pochino quando ce n’è bisogno, di solo compro una misura 7 1/8 e la allargo un pochino. In realtà io credo di avere una misura 7 e 1/6,”conclude. Astaire si lamenta di non poter portare l’homburg: “c’ho provato, ma non riesco proprio.” Gli piacciono le cupole basse e le falde strette (circa 2 1/8 pollici, come dice lui, un mezzo pollice fa la differenza quando si parla di falde). La fascia dovrebbe essere di larghezza normale, “niente fasce larghe, cupole alte o falde estese.” Indossa il cappello con una piega normale.
I fazzoletti da taschino dovrebbero essere portati in maniera casuale, prima sbuffati fuori e poi mesi in tasca. Non ama i fazzoletti piegati in maniera geometrica o con lo sbuffetto che fa capolino dalla tasca. Una volta il famoso presentatore americano Ed Sullivan, durante uno spettacolo, chiese ad Astaire di sistemargli il fazzoletto nella maniera corretta, Astaire si prestò alla richiesta. “Credo di aver cambiato per sempre la maniera in cui Ed porta il fazzoletto”, dice Astaire “O almeno gli è piaciuto molto perché’ portava il fazzoletto in quella maniera anchesettimane dopo quello show.”
Al posto della cintura Astaire indossa un fazzoletto di seta, principalmente per motivi tecnici non per mostra. Egli ha un vita da 31 pollici e perde peso quando balla molto, il fazzoletto gli consente di stringere a piacimento la vita dei pantaloni. “Usavo anche delle vecchie cravatte, ma i fazzoletti funzionano meglio” conclude l’attore. A casa usa una cinta normale con la fibbia spostata da un lato “solo per toglierla di mezzo.”
Tutto i capi menzionati finora seguono lo stile Asatire di sobrietà e taglio perfetto.
Per quanto riguarda le calze, Astaire si concede un po’ di libertà. Egli preferisce la lana alla seta ed al cotone e non porta mai il reggicalze, eccetto che nei film. Non gli piacciono i tessuti sintetici e preferisce le calze con un qualche motivo a disegni piccoli. Astaire odia i calzoni corti in pubblico mentre ama i cappotti a doppio petto. Ha delle pellicce ma non le indossa mai e non sopporta i baveri di pelliccia sui cappotti.
In conclusione Astaire preferisce il taglio classico, i colori scuri. Gli piace che il tessuto, il colore dell’abito e della camicia siano in tono con la cravatta e che questa abbia piccoli disegni in un colore scuro. Il credo Astaire per lo stile è “Sii te stesso, ma non essere appariscente.”