Omobono nacque a Cremona il 5 giugno del 1137 da una ricca famiglia di mercanti nel ramo tessile. Dapprima seguì le orme familiari occupandosi di commercio. Ma lavorava più per aiutare i bisognosi che per volontà di arricchirsi. Laico e sposato, non ebbe figli.
Oltre a fare il mercante, cercando di donare quanto di più possibile ai poveri, Omobono era attirato dal mestiere del sarto ed era sua delizia tagliare e lavorare le pezze dei tessuti che, per la nota professione familiare, non mancavano in casa.
Apprese così un mestiere che utilizzò esclusivamente a scopo benefico. La sua opera, infatti, fu tutta rivolta verso i poveri. Narra un aneddoto che Omobono rivoltò per ben sette volte il mantello di un povero, sua unica ricchezza.
Morì, assorto in preghiera, il 13 novembre del 1197 mentre si cantava il Gloria, durante una messa, prostrato, come era sua abitudine, davanti al Crocefisso.
Venne beatificato Santo il 12 novembre 1199, a soli 399 giorni dalla morte, da Papa Innocenzo III.
L’ antica Università dei Sartori, fondata per volontà di Papa Gregorio XIII, nel 1575, ebbe la sua prima sede in vicus Jugarius, attuale via della Consolazione, alle falde del Campidoglio dove sorgeva la chiesa di S. Omobono, tutt’ora esistente e luogo di culto dei Sartori. Eretta sulle fondamenta di un tempio romano, risalente al VI secolo avanti Cristo, la chiesa di S. Omobono, già di S. Salvatore in enfeteusi perpetua, in precedenza era stata sede dell’Ospedale della Consolazione.
Edificio più volte distrutto e ricostruito ha subito numerosi restauri, in particolare nel 1137, 1197 e nel 1574. Proprio nel 1574 e precisamente il 30 agosto, l’attuale chiesa S. Omobono venne data come sede, sociale e religiosa, alla Corporazione dei Sartori per atti dei notari Pichinosi e Marchesi. L’Università dei Sartori, ivi collocata, iniziò la sua attività il 5 gennaio 1575 con corresponsione, allo Stato Pontificio, di un canone annuo di 20 scudi e di 20 libbre di cera lavorata.
Negli anni che seguirono, la sede dei Sartori fu nuovamente restaurata: nel 1616 per la munificenza del ricco sartore Salvatore Lorenzo Lini e nel 1767 per opera dei Sartori stessi.
Nel 1801 tutte le corporazioni, compresa quella dei Sartori, vennero soppresse per volontà dell’allora Papa Pio VII, con la conseguente chiusura dell’Università. Tale fatto non cambiò in ogni caso l’amore della categoria per la loro chiesa e sede, infatti si è a conoscenza che i lavori di restauro eseguiti nel 1877 furono a spese della Congregazione dei Sartori.
Nel 1938, durante il periodo fascista, la chiesa venne restituita ai sarti e dal 1940 al ’42 fu anche restaurata a spese del Comune di Roma. Nel 1947 l’intraprendente maestro sartore Amilcare Minnucci pensò di continuare la tradizione dell’Università dando vita all’attuale Accademia Nazionale dei Sartori. La storia della Chiesa, come lo era stata per l’Antica Università, diviene di nuovo parte della vita dei Sartori e della storia dell’ Accademia. Richiesta come sede religiosa dal Comitato Promotore dell’ Accademia, la chiesa di S. Omobono venne definitivamente restituita ai sarti nel 1951, dopo aver corso il rischio di essere demolita, per fare spazio al Museo delle Corporazioni. Era stata salvata dalla demolizione, per l’interessamento dell’allora Consulente dell’Urbe, Giuseppe Ceccarelli. Nel 1948 dopo 373 anni dalla fondazione dell’Antica Università non sarà più l’edificio di S. Omobono ad ospitare i Sartori; sarà prima sede dell’Accademia un locale in piazza S. Silvestro, dove sarà deciso, tra l’altro, di presentare nel 1956 la prima sfilata di moda promossa dall’associazione, dando così vita a quello Stile Accademia, che tanti successi avrebbe riscosso in ogni parte del mondo. Nel 1960 la sede venne trasferita in via Due Macelli, nel 1967 in Largo dei Lombardi, poi in via Boncompagni e ora in via di Porta Pinciana.