Sfogliando il libro ‘Il gentleman – Manuale dell’eleganza maschile’, lo smoking viene presentato come uno degli abiti più formali che l’uomo possa indossare. Esclusivamente adatto alla sera, preferibilmente dopo le 20, questo abito cambia denominazione a seconda del paese in cui ci si trova. In USA è noto come Tuxedo, nome preso dal Tuxedo Club in cui si dice sia stato indossato, nel 1886 e per la prima volta, dall’industriale del tabacco Griswold Lorillard, presentatosi con un frac senza code.
Gary Cooper
In Gran Bretagna, invece, il termine giusto è dinner jacket e la famosa sartoria di Savile Row Henry Poole afferma di averne confezionato 1, il primo, per il Principe di Galles un anno prima degli Americani, avocandone a sé la primogenitura.
In Italia, Germania e Francia si chiama smoking perché deriverebbe dalla smoking jacket ottocentesca che si indossava quando si riceveva qualcuno a casa o prima di ritirarsi nella sala da fumo in compagnia di soli uomini, così da non infastidire le donne con odori di tabacco. La smoking jacket era di velluto (nero, verde e bordeaux) chiusa da alamari.
Quando su un invito per un evento serale leggiamo ‘black tie’, ‘cravatta nera’, ‘cravate noire’ o ‘abito scuro’ lo smoking è d’obbligo.
Per eventi all’aperto, al mare o in campagna, si può indossare anche una giacca bianca (o crema) lasciando invariato il resto dell’apparato scenico (papillon, pantaloni, scarpe nere, fusciacca…).
In senso orario: il grande Bogart in ‘Casablanca’, con giacca bianca di gabardine;
Ralph Lauren con un tuxedo doppiopetto; Dean Martin con Cary Grant ad un ricevimento alla fine degli anni ’70; il Rat Pack al completo dopo uno spettacolo a Las Vegas
Lo smoking oltre al nero può essere solo in blu midnight così come lo introdusse il duca di Windsor.
In questa foto, Ralph Lauren ne dà un’interpretazione assolutamente moderna e fuori dagli schemi ma assolutamente efficace.