Da quanto sta emergendo in queste ultime ore, ci sembra doverosa una riflessione, e per la prima volta commentiamo un fatto di attualità.
Sempre più persone che ricoprono ruoli di responsabilità si rivelano inadatte.
Poiché viviamo nell’era dell’immagine, fare il capitano su una nave da crociera, ad esempio, può sembrare il lavoro più bello che ci sia: c’è il comandare qualcosa e qualcuno, c’è la divisa, si gira il mondo e ad ogni viaggio qualche attenzione femminile può far passare il tempo in spensieratezza. Come dei bambini che vanno al parco giochi, abbronzati tutto l’anno. Onori senza oneri. Superficiali come in un episodio di Love Boat.
Ma quando accade qualcosa di drammatico? L’inadeguatezza di una intera stirpe di uomini è evidente. Dei bambini poco cresciuti che negano ciò che accade sperando sia un brutto sogno. Come quell’altro, Parolisi, che è già colpevole di aver usato il proprio ruolo di istruttore e formatore per portarsi a letto le allieve (per non parlare dei suoi orrendi pinocchietti e del suo italiano stentato). O come quei medici di Milano che operavano trapiantando organi per finte malattie.
Soldi, sesso e potere costituiscono il credo dell’uomo contemporaneo. Questo produce la democratizzazione delle professioni, la scuola per tutti e la mancanza di una società con principi morali seri e gerarchie da rispettare.
Il comandante della Costa è un essere piccolo piccolo. Non ha solo abbandonato la nave. Ha abbandonato il suo essere uomo. Uomo che evidentemente non è mai stato.
Dimenticavamo, anche il suo vice non è da meno.
http://youtu.be/77ZE0ZXalTQ