Domenica mattina decisamente uggiosa. Di andare a correre non se ne parla: la pioggia è intensa e incessante. Di recarsi a Porta Portese neppure: i miei amici librai non si sarebbero presentati oppure l’avrebbero fatto portando, come consuetudine in questi casi, libri di poco pregio, a un euro l’uno, che anche se avessero preso umidità nulla importava. E allora, Čto delat’, che fare? Approfittiamone per sistemare casa. Così, spostando e pulendo mensole, cubi, scaffali e ninnoli, è comparso un quotidiano: Il Giornale di Milano datato sabato 25 aprile 2020. Sarò estremamente sincero: non acquisto quella testata se non c’è una ragione specifica. Mi son detto pertanto, se l’ho conservato vorrà dire che c’è un articolo che mi riguarda da vicino. Il finire di aprile non è poi così distante, ma ho come l’impressione che il mondo stia andando a una velocità totalmente diversa, con situazioni inedite che ti fanno perdere la dimensione temporale dilatandola. In un’altra epoca avrei certamente capito subito, non appena trovato, che si trattava della recensione del nostro imbottigliamento per la nona edizione del Roma Whisky Festival.
Mi ci volle più del necessario ma infine eccola lì, a pagina 30, la consueta rubrica Gente di Spirito, dell’impagabile vice direttore Marco Zucchetti. Il titolo è tutto un programma con la sua figura retorica di suono, la paronomasia: L’ardore di Ardmore, il torbato dal cuore romano. Cito testualmente l’inizio: Una delle cose che più mancano alla Gente di Spirito non sono gli spiriti stessi, ma i sabba in cui vengono evocati. Ovvero i festival, come quello del whisky che si sarebbe dovuto tenere all’Eur di Roma proprio in questo weekend e che invece slitterà al 2021 causa Covid. Per superare il lutto ci consoliamo con l’imbottigliamento che Pino Perrone – gran visir del malto capitolino – ha realizzato per questo appuntamento, acquistabile online.
Non ricordavo d’esser diventato un gran visir, ho goduto della seconda figura retorica, la similitudine presente all’inizio quando si parla di spiriti e sabba per indicare whisky e manifestazioni a loro riservate, ho notato che si era in pieno lockdown e che ora il prodotto è acquistabile anche fuori dal web, mi ha ricordato (ma non ce n’era in effetti bisogno) che il nostro festival non si è potuto tenere, e proseguendo la lettura sono rimasto soddisfatto che gli sia piaciuto. L’Ardmore distillery si trova a Kennethmont, vicino a Huntly, a tutti gli effetti nelle Highlands scozzesi in quanto è situata a est dello Speyside, zona ricchissima di distillerie. Come il titolo dell’articolo enuncia, Ardmore torba il suo malto seppure in maniera lieve e non invasiva. Si tratta però di una torba di terra, priva di alcuni caratteri polifenolici tipici di Islay. Ma la particolarità più importante dell’imbottigliamento è la sua botte di provenienza. Una ex puncheon da 480 litri che aveva contenuto dello sherry Fino. L’articolo lo spiega dicendo che è una tipologia di sherry più secca e rara. “Ma Pino Perrone è fatto così, unico nel suo genere, dunque perché stupirsi?” Troppo buono Mr. Zucchetti. Questa tipologia di botte dona all’ospite successivo delle note sapide e iodate alle quali si aggiungono quelle di erbe officinali come il timo, la lavanda e il rosmarino. I 57,1% gradi alcolici scelti, corrispondono ai 100 proof anglosassoni e quindi non si tratta di un imbottigliamento a grado pieno (cask strength) poiché è stato lievemente diluito. Ma il bello è che la forza alcolica si percepisce appena, se ne accorge anche il giornalista, e mantiene al distillato una buona beva e un lungo finale. Ovviamente conservo a futura memoria questi articoli, ma visto che stavo facendo pulizie, perché l’intero giornale? Ho quindi ripiegato bene la pagina e l’ho strappata. A quel punto mi sono accorto di una cosa contenuta nel suo retro a pagina 29.
Vi era un tentativo di accostamento dei libri ai segni zodiacali dal titolo: A ogni segno il suo libro. Il sottotitolo così specificava: Gli astri condizionano anche il modo in cui leggiamo. Ecco i volumi consigliati a seconda della data di nascita. E via dodici segni e dodici libri. Non mi interessa commentare l’accostamento, né sarebbe il luogo deputato. Quel che mi stupì fu altro. Già che si parlasse di libri mi sembrò una bella coincidenza, ma nell’impaginazione di un quotidiano spesso può accadere che questi siano prossimi a vino o distillati, entrambi espressioni di cultura. Quando scesi con lo sguardo in basso, esattamente allo stesso livello dell’articolo sull’Ardmore che gli stava dietro e che in trasparenza si intravvedeva, nel riquadro dedicato al Capricorno, che pur non essendo il mio segno è il mio ascendente (i veri astrologi sostengono essere più importante questo del primo), dovetti per forza leggere. Atmosfere gotiche, racconti noir. Vivreste volentieri in una libreria. Io che ho arredato la casa in modo che sembrasse tale, non potei fare a meno di approvare. Quindi proseguiva con il libro suggerito: I racconti di Edgar Allan Poe.
Non sareste rimasti sorpresi anche voi, a trovare in fronte-retro lo scrittore al quale avete consacrato gran parte dell’esistenza e un whisky che avete scelto?