Il classico è ciò che si dà una volta per tutte, amava affermare Carmelo Bene. Non si può e non si deve modificare. In letteratura un classico è lì, per sempre, in biblioteca. Nessuno può alterarlo. Nel cinema anche: un film classico puoi rifarlo , rigirarlo, rirecitarlo, ma non sarà mai uguale al modello, giacché è divenuto parte inscindibile della nostra sensibilità culturale, del nostro dna estetico-emotivo.
Quando un linguaggio raggiunge l’apice, la perfezione, allora è lì che si sente odore di classico. Un odore che si trasforma presto in afrore, disturbante, perché sta iniziando la sua parabola discendente, la sua de-com-po-si-zio-ne.
Il ‘900 è il secolo della morte del classico: di ogni espressione artistica, non c’è nulla che sia sopravvissuto al volger del millennio.
Ecco quindi che l’unica rivoluzione possibile, per contrastare un deperimento del gusto, un tanfo di diseducazione imperante, è quella di volgerci all’indietro. Riprendere i giusti modelli, per riparametrare le nostre vite secondo modelli classici, è l’unica via d’uscita dell’uomo contemporaneo. Solo così si combatte la volgarità che ci aggredisce quotidianamente.
A Napoli c’è un negozio, Halston, che è un piccolo tempio del buongusto internazionale e, naturalmente, classico.
Il proprietario, l’amico Tony Rossi, al cui estro si devono i gemelli più pazzi e divertenti che si trovano in commercio (quelli de Il Travaso delle Idee), ha pubblicato sul suo profilo di Facebook alcune foto che ritraggono le vetrine di Halston nel 1994, 2008 e 2010.
Eccole.
Al di là della differente grana fotografica, la patina che il tempo lasciave sulle foto è/era affascinante, le tre vetrine, che coprono un lasso di tempo di 16 anni, hanno un filo conduttore: lo stile imperituro dell’homo elegans.
Grande classicità dei capi, nessuna ostentazione modaiola, sobrietà e grande capacità di accostamenti, come dimostra l’insieme giacca-cravatta-pochette dei manichini.
In queste vetrine giocano un ruolo fondamentale, evocativo, gli oggetti del decor (l’insieme degli elementi che concorrono a creare l’apparato scenico) come il telefono vintage e la foto di Kennedy nella seconda foto o la copia arrotolata di Playboy e la bandiera americana nella terza.
Questi 3 esempi di estetica maschile applicata all’abbigliamento continueranno ad essere un esempio anche tra 10 anni. Saremo sempre di meno a comprenderli ma ci saremo ancora.