Siamo stati poco tempo fa coinvolti in una sterile discussione sui calzini a righe. Sterile come ogni altra discussione impostata sul sì e no. Perché se è vero che nell’abbigliamento classico maschile ci sono delle cose (fogge, accostamenti, materiali) che sono assolutamente da evitare, la stessa cosa non si può dire di un elemento che accomuna alcuni tra gli uomini più eleganti della storia. Da Edoardo VII al nipote Edoardo VIII (Duca di Windsor) fino a Fred Astaire.
Edoardo VII, grande innovatore dell’abbigliamento maschile (fu il Principe di Galles…), introdusse alcuni capi sportivi nell’abbigliamento cittadino (pullover Fair Isle, pantaloni alla zuava) e grazie alla frequentazione con Henry Poole non solo inventò lo smoking (1865) ma creò, grazie alla sua influenza sociale, quel polo di grandi sarti tutt’ora noto con il nome di Savile Row. Edorado, che pare vantasse il più grande guardaroba del mondo, amava i calzini a righe orizzontali e li usava sia in accordo che in contrasto con il resto dell’abbigliamento. In questa foto ne vediamo un esempio lampante.
Fu il nipote che rinunciò al trono, invece, a reccogliere l’eredità in fatto di stile ed eleganza.
Il Duca di Windsor continuò l’opera di desacralizzazione dell’abbigliamento formale, tanto che, come lui stesso ammise, si trovava più a suo agio in abiti informali e sportivi e, appena rimasto solo, si levava la giacca, allentava il colletto e si arrotolava le maniche della camicia.
Edoardo VIII era ed è rimasto un arbiter elegantiae indiscusso e indiscutibile. Con il suo sarto, Scholte, perfezionò il London Cut, quel taglio della giacca avvitato con spalle più ampie, che abbinava a pantaloni larghi (‘pants across the sea’), confezionati a New York.
(Dell’amore del Duca per l’abbigliamento americano forse diremo un giorno).
Anche Edoardo VIII amava calze colorate, a righe o a fantasia argyle, che abbinava alle scarpe bicolore, altra sua passione.
Facendo un salto indietro, risulta che sia Robespierre (in seta) che Beau Brummel (a righe verticali bianche e nere), sia Marcel Proust che Georges Simenon le portassero.
Al di là di questi ultimi nomi, elencati solo per mera curiosità, le calze a righe divennero, dagli anni 30 del secolo scorso in poi, il modo di affermare la propria personalità, l’estro rinchiuso in un abito che in molti contesti (dalle scuole alle accademie al lavoro) era uguale per tutti. Inoltre, erano scelte per colpire l’occhio del curioso, al contempo come una provocazione e una dichiarazione: io sono un artista, fuori dagli schemi, e con queste note di colore pre-annuncio con chi hai a che fare.
In questa foto degli anni ’30, studenti di un college americano affermano la loro identità giocosa con calzini multicromatici.
Patrick Grant, proprietario della storica sartoria Norton & Son’s e designer del rinato marchio E. Tautz, omaggia il Duca di Windsor con calzini a piccole righe orizzontali.