Nel corso del 2021 si concluderà un viaggio iniziato tre anni fa, chiamato Blazer Today. Un modo per celebrare la giacca principe del guardaroba maschile, quella che in oltre 150 anni non è mai cambiata, nelle forme, nelle proporzioni, negli abbinamenti. Il progetto vede il coinvolgimento di alcune giovani sartorie italiane, come quella di Massimo Pasinato e di Vincenzo Cuomo, e di Vitale Barberis Canonico, di Marinella e di altre aziende italiane.
Ma vedrà anche la partecipazione dei nostri lettori. Blazer lovers di tutto il mondo di Stilemaschile, unitevi!
Su nostra richiesta, alcuni di loro hanno voluto condividere la loro passione per questa giacca blu, inviandoci delle foto.
In questa prima carrellata, gli amici sono: Yuri Tartari, Luca Asmonti (from Australia), Giovanni Bartolomeo, Danio Migliore e Giorgio Genovesi.
Caro direttore, il blazer che vedete in foto nasce da un’idea che mi frullava in mente da parecchio. Avevo un foulard di seta vintage che il Reggimento Artiglieria a Cavallo aveva stampato negli anni Ottanta, come dono per le dame. Riproduceva centralmente una drappella reggimentale (piccolo guidoncino quadrato di seta ricamata in canutiglia, che si attacca sotto la tromba), circondata da una cordellatura (sempre della tromba, che serviva al trombettiere per portarsela a tracolla e non perderla durante la battaglia) con ai quattro angoli la riproduzione dello stemma delle Batterie a Cavallo e il nostro caratteristico kepì con la criniera di crine di cavallo. L’idea era quella di foderare una giacca con il foulard. Ho esposto l’idea a Raimondo Deplano della omonima Sartoria di Morazzone (Varese) e in quattro e quattr’otto l’ha realizzata. Il tessuto è un hopsack di lana, ovviamente color Navy, circa 380/400 g. Pezza acquistata in Inghilterra e cimosata “PANAMA YACHT CLUB”. I bottoni sono quelli con il fregio reggimentale, fuori ordinanza, ma che gli ufficiali più vezzosi portano tranquillamente sull’uniforme. Riproducono la granata fiammeggiante, tipica per tutti i reparti dell’Esercito Italiano (tranne alpini e paracadutisti), con sciabole e cannoni incrociati. Yuri Tartari
Caro direttore, raccolgo subito il tuo invito con questo blazer in tessuto Fresco light di Hardy Minnis confezionatomi in primavera da Sartoria Cuomo. In questa occasione l’ho indossato con dei pantaloni avorio dello stesso tessuto Fresco, mocassini in suede color tabacco di Crockett and Jones ed una t-shirt di ispirazione marinaresca in seta e cotone di Heritage. Giovanni Bartolomeo
Caro direttore, sono un amante dell’eleganza classica in tutte le sue forme, dall’abbigliamento agli accessori da uomo, in quanto ritengo sia indice di bellezza morale e spirituale, oltre che formale. Un artista, quale mi considero, che ricerca e contribuisce alla diffusione del bello tramite le sue opere, non può trascurare il proprio aspetto e dovrebbe, anzi, essere egli stesso portatore di bellezza indossando una mise elegante. Nella società odierna, dove dilaga il cattivo gusto, essere eleganti è essere alternativi. Laddove la massa si conforma alle “regole” del brutto, essere eleganti è essere anticonformista. Indossare il blazer per me è anticonformismo allo stato puro, perché è un capo che va saputo indossare e proprio per questo non è per tutti. Il mio è un classico blazer blu scuro con bottoni in argento e lo indosso con dei pantaloni grigi ed un paio di scarpe classiche bordò. Lo indosso sia in occasioni informali che in ricevimenti importanti diurni. Danio Migliore
Caro Direttore, le invio una immagine del blazer realizzato dal Maestro Capobianco con un Hopsack di Vitale Barberis Canonico. Mise caprese con pantalone in cotone massaua bianco e camicia di lino. Giorgio Genovesi