Molti collezionisti ed accumulatori sono alla ricerca di sigari rari e fuori produzione, al fine di far crescere le proprie scorte. Una marca i cui sigari sono molto ricercati ed ambiti è sicuramente Davidoff, nel periodo della produzione cubana.
Zino Davidoff nasce nel 1906 in una piccola cittadina dell’Ucraina. La sua famiglia nel 1911 decide di emigrare e si trasferisce in Svizzera e per l’esattezza a Ginevra, dove suo padre, già da diversi anni nel mondo del tabacco, aprì un piccolo negozio per la vendita di sigarette e pipe.
Diventato maggiorenne Zino Davidoff, attratto dal mondo del tabacco, decise di partire alla volta del Sud America, per approfondire le proprie conoscenze. Dopo aver lavorato in piccole manifatture in Argentina ed in Brasile, alcuni anni dopo il suo arrivo si trasferì a Cuba per studiare in maniera più approfondita la coltivazione del tabacco e la realizzazione dei sigari all’interno delle manifatture.
Nel 1930 rientrò a Ginevra e, fin da subito, notò che il clima in cui venivano realizzati e conservati i sigari a Cuba era completamente diverso da quello europeo perciò, dopo alcuni anni, installò all’interno del nuovo negozio, sito sempre a Ginevra in Rue de la Confédération, un sistema climatizzato per migliorare la conservazione dei sigari.
Alcuni mesi dopo lo scoppio della II Guerra Mondiale nel 1939, a Zino Davidoff viene fatta un’interessante offerta dalla Seita, il Monopolio Francese. Vista la situazione di pericolo che si prospettava, gli venne proposto di acquistare due milioni di sigari avana e Zino non si lasciò scappare questa opportunità, seppur chiedendo il supporto finanziario ad una banca. Il suo negozio, traferito in Rue de Marché, sarà uno dei pochi in tutta Europa dove era possibile reperire sigari cubani durante il Secondo conflitto mondiale.
Nel 1946, a guerra conclusa, Zino Davidoff incontra una delegazione per richiedere se era possibile iniziare una produzione in esclusiva per lui e per i suoi clienti e così ebbe inizio la produzione della serie Chȃteaux, con la marca Hoyo de Monterrey, denominata anche Premier Cru Classé. I sigari non vennero però posti all’interno delle belle scatole colorate che si trovavano a quel tempo, ma dentro cabinet di legno grezzo.
Le vitole prodotte sono cinque e più precisamente Chȃteau Haut-Brion, vitola de galera Perla con le dimensioni di 102 mm per 40 di cepo, Chȃteau Lafite, vitola de galera Franciscano con le misure di 116 mm per 40 di cepo, Chȃteau Margaux, vitola de galera Mareva dalle dimensioni di 129 mm per 42 di cepo , Chȃteau Latour, vitola de galera Corona con le dimensioni di 142 mm per 42 di cepo ed infine lo Chȃteau Yquem con le misure di 152 mm per 42 di cepo. La vitola de galera di quest’ultimo non è stata mai dichiarata ed è ancora a tutt’oggi sconosciuta.
L’idea proposta da Zino Davidoff, ossia di dare ai suoi sigari i nomi di grandi vini francesi, si rivela una grande innovazione per il mercato. Tutti i sigari della serie Chȃteau era commercializzati SLB da 25 e 50 sigari e sprovvisti dell’anilla.
Nel 1969, alcuni anni dopo l’incontro tra alcuni responsabili di Cubatabaco e Davidoff, vengono alla luce le prime tre vitole proposte con il marchio Davidoff, il No.1, vitola de galera Laguito No.1 con le misure di 192 mm per 38 di cepo, il No.2, vitola de galera Laguito No.2 con le misure di 152 mm per 38 di cepo e l’Ambassadrice, vitola de galera Laguito No.3 con le misure di 115 mm per 26 di cepo, tutti realizzati all’interno della fabbrica El Laguito.
I sigari prodotti vengono vestiti da una candida anilla bianca, con il brand scritto al centro in caratteri dorati e lateralmente vi sono le diciture “Habana” e “Cuba”.
Nel 1970 Davidoff lancia una nuova linea, la Serie Mille, con cinque formati, il 1000 vitola de galera Panetelas con le misure di 117 mm per 34 di cepo, il 2000 vitola de galera Marevas con le misure di 129 mm per 42 di cepo, il 3000 vitola de galera Ninfas con le misure di 178 mm per 33 di cepo, il 4000 vitola de galera Coronas Grandes con le misure di 155 mm per 42 di cepo ed infine il 5000, vitola de galera Coronas Gordas con le misure di 153 mm per 46 di cepo.
Nel 1977 è la volta di un sigaro destinato a fare storia, sia per il formato proposto, sia per il nome, il Dom Perignon. Il sigaro è un Julieta No.2 con le misure di 178 mm per 47 di cepo e viene presentato in SBN da 10 e da 25 pezzi, oltre che in petaca da 4 sigari cadauna. Anche in questa occasione Zino Davidoff battezza il suo sigaro con il nome di un’eccellenza francese, questa volta ispirandosi ad uno dei migliori champagne esistenti.
Bisogna menzionare un particolare packaging introdotto da Zino Davidoff. Il No.2, viene commercializzato anche con il nome Davidoff Tubos, in quanto le SBN contenevano al loro interno 20 tubos di alluminio, ma la particolarità sta nel fatto che roteandolo si creava una sorta di ventilazione del sigaro posto al suo interno, grazie ad una fessura posta sul tubos.
Nel 1982 viene discontinuato lo Chȃteau Yquem e poco dopo, nel 1983, viene proposto un altro sigaro per la linea Chȃteau, il Mouton Rothschild, vitola de galera Corona Grandes con le misure di 155 mm per 42 di cepo. Sempre a metà degli anni ’80, anche un altro sigaro cambia il nome, lo Chȃteau Lafite diventa Chȃteau Lafite – Rothschild. Si vocifera che il cambiamento dei nomi dei due sigari fosse dovuto ad una controversia legale sull’utilizzo dei nomi stessi.
Tutta la serie Chȃteau continua ad essere prodotta all’interno della Fabbrica de La Corona.
Nel 1986, per celebrare gli 80 anni di Zino Davidoff, viene presentato un sigaro maestoso, l’80 Aniversario, con le misure di 220 m per 48 di cepo. Anche questa vitola de galera, come lo Chȃteau Yquem, non è stata mai dichiarata ed è ancora a tutt’oggi sconosciuta.
Per questa limitatissima produzione, vengono previsti diversi cofanetti.
Il primo, caratterizzato da un’elegante apertura a libro, contiene 10 sigari, di cui 2 inseriti all’interno di un tubos di cedro. Il secondo, confezionato in SLB, contiene anch’esso 10 sigari, ma sono tutti conservati all’interno di astucci in cedro e disposti su due file da 5. Infine c’è la versione da 20 sigari, sempre con l’apertura a libro ed anche qui solo due sigari sono presentati all’interno di un tubos di cedro, mentre i restanti sono disposti su un’unica fila.
I sigari Davidoff riscuotono sempre di più un enorme successo, con conseguente aumento della richiesta tuttavia, dopo alcuni anni, Zino Davidoff inizia a lamentarsi dei suoi sigari, nei quali insorgono problemi di tiraggio e combustione, che risulta non ottimale, a discapito quindi dell’elevata qualità che fino ad allora aveva contraddistinto la manifattura dei Davidoff. Nel 1988, Zino Davidoff, assieme a dei rappresentanti di Cubatabaco e a dei funzionari della dogana Svizzera, diede fuoco a circa 130.000 avana.
Purtroppo, a causa dei vari dissidi sempre più evidenti con Cubatabaco, nel 1991 viene interrotta la produzione dei sigari Davidoff a Cuba e le parti siglano un accordo per vendere le scorte rimanenti fino alla fine del 1992.
Successivamente la produzione viene trasferita in Repubblica Dominicana, ma questa è un’altra storia.
Ad oggi continuano ad essere sigari molto ricercati tra i collezionisti di tutto il mondo ed ovviamente i prezzi riscontrati durante le aste di settore sono sempre elevatissimi.
Oggi possiamo solamente ringraziare Zino Davidoff, venuto a mancare nel 1994, per averci regalato dei sigari unici e di grande prestigio, che speriamo di poter ancora reperire e fumare in onore di questo grande uomo che ha dedicato la sua vita al mondo del tabacco.