Avevamo parlato di questo libro. Lo abbiamo letto. E abbiamo estrapolato alcuni passaggi notevoli per intuizione e capacità di analisi sociopolitica e di costume degli ultimi 50 anni della storia dell’Occidente, caratterizzati dalla progressiva femminilizzazione dell’uomo e dalla regressione di quei valori che oggi tutti noi rimpiangiamo.
SULLE DECADENZA PROGRESSIVA DELLE NUOVE GENERAZIONI
“In effetti, i ragazzi nati nel 1945 concludono il travaglio del secolo. Dalla loro nascita, come nota Helene Vecchiali: (in Francia, ndS) il ministero dell’Istruzione Pubblica è diventato ministero dell’Educazione nazionale. Il progetto paterno di istruire (instruere nel significato di “armare per la battaglia, equipaggiare, attrezzare”, nda), viene sostituito dal piano materno di educare (educare, nel senso profondo di… nutrire!, nda). L’istruzione, quella che fa appello all’intelligenza, alle capacità razionali, viene soppiantata dall’educazione, con la sua dimensione affettiva, orientata verso la maturazione del bambino”.
SULLA FEMMINILIZZAZIONE MASCHILE
“E’ il paradosso femminile. Le donne guidano quando la velocità viene limitata; fumano quando il tabacco uccide; ottengono la parità quando la politica non serve più a grandi cose; votano a sinistra quando la Rivoluzione è finita; diventano oggetto di marketing letterario quando la letteratura è in declino; scoprono il calcio quando la magia della mia infanzia è diventata un registratore di cassa.
C’è una maledizione femminile che è giusto il rovescio di una benedizione. Loro non distruggono, proteggono. Non creano, mantengono. Non inventano, conservano. Non forzano, preservano. Non trasgrediscono, civilizzano. Non regnano, amministrano. Effeminandosi, gli uomini si sterilizzano, si inibiscono qualunque audacia, qualunque innovazione, qualunque trasgressione. Si accontentano di conservare.”