AL VITTORIALE DEGLI ITALIANI NASCE IL MUSEO “D’ANNUNZIO EROE”
IL PRESIDENTE DEL VITTORIALE GIORDANO BRUNO GUERRI: “SONO CIMELI STREPITOSI, APOTEOSI DEL D’ANNUNZIO ESTETA”
TRA GLI OGGETTI ESPOSTI PER LA PRIMA VOLTA AL PUBBLICO, L’AUTOGRAFO DI ‘LA NOTTE DI CAPRERA’ DEL 1901, IL MESSAGGIO ORIGINALE LASCIATO DAL VATE NELLA BAIA DI BUCCARI NELLA NOTTE TRA IL 10 E L’11 FEBBRAIO 1918, DAGHE E BANDIERE DI INESTIMABILE VALORE E IL PREZIOSO STILETTO DONATO DAL POETA ALLA CONTESSA GIUSEPPINA MANCINI GIORGI.
Un pregiato “assaggio” di un d’Annunzio inedito, ammirato e osservato attraverso il lato intimo della propria vita privata, fatta di indumenti e oggetti personali di notevole
interesse storico, lo si era avuto nemmeno un anno fa con l’apertura al Vittoriale degli Italiani del museo ‘D’Annunzio Segreto’. Oggi, quello che diventa fruibile al pubblico,
è un altro, importantissimo, volto “inedito” del Vate: quello di un ‘D’Annunzio
Eroe’. Si chiama proprio così la nuova galleria espositiva inaugurata questo pomeriggio al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera, che ha preso il posto del preesistente Museo della Guerra, inglobandone le stanze.
Sono 74 i nuovi cimeli inediti – tra inestimabili reperti-testimonianza legati alle
imprese eroiche del Vate e preziosi oggetti a lui donati, o da lui stesso regalati
ad amici e amanti – che oggi vengono restituiti alla memoria storica e agli italiani, grazie alla volontà del Presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, e alla passione dell’Ambasciatore Antonio Benedetto Spada, proprietario della collezione privata da cui provengono gli oggetti, che li ha offerti per la dimora dannunziana con la formula di un prestito ventennale rinnovabile.
Molti i cimeli di rilevanza storica che il numeroso pubblico presente all’inaugurazione ha potuto ammirare per la prima volta. In particolar modo, il manoscritto autografo dedicato a Garibaldi ‘La notte di Caprera’, che l’Ambasciatore Spada acquistò circa 30 anni fa dalla Mondadori, composto da 60 carte e datato dal Vate “Settignano:
la Capponcina: 22 gennaio 1901: (ore sei di sera)”. “Donato il regno al sopraggiunto re/il Dittatore silenziosamente/sul far dell’alba con suoi pochi sen viene/alla
marina dove la nave attende/Ei si ricorda nell’alba di novembre:/quando salpò
da Quarto era la sera,/sera di maggio con ridere di stelle…”, così inizia la poesia, dalle sfumature malinconiche, che assume, se possibile, ancora più importanza nell’anno delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Altro pezzo di assoluto valore, l’originale del messaggio lasciato nella Baia di Buccari da Gabriele d’Annunzio nella notte fra il 10 e l’11 febbraio 1918, controfirmato dal medesimo “Per l’autenticità, Fiume Epifania 1921”, e l’edizione dell’Alcyone con dedica al capitano Randaccio, datata “Ospedale da Campo 031: 8 novembre 1916”.
La collezione dannunziana dell’Ambasciatore Spada, già realizzatore del precedente Museo della Guerra, è costituita da varie tipologie di reperti: armi, opere d’arte, autografi, uniformi e bandiere. Di quest’ultime, da evidenziare il gagliardetto con dedica “Gli Arditi di Roma Ai Compagni di Fiume” e quello del “Nucleo di Vigevano” della
“Associazione Nazionali Arditi”, mentre, tra le uniformi, spicca quella ordinaria invernale con feluca da Ammiraglio della Regia Marina appartenuta a Costanzo Ciano, protagonista della Beffa di Buccari. In questa nuova galleria, il d’Annunzio Eroe rivive anche nella sua essenza più umana e romantica, come testimonia lo stiletto, in acciaio, oro, argento dorato e granati, donato dal Poeta a Giuseppina Mancini Giorgi, chiamata da lui affettuosamente ‘Giusini’, e protagonista di una delle storie d’amore più tormentate della vita del Vate. La dedica, che accompagna il prezioso omaggio, allude evidentemente ad un amore passionale e complice: “30 giugno 1907 GIUSINI Fulva Filigrana”.
“L’importanza documentaria dei cimeli è strepitosa – spiega Giordano Bruno Guerri, Presidente del Vittoriale degli Italiani – anche perché il Vittoriale possiede decine di migliaia di oggetti scelti da d’Annunzio per sé, ma pochissimi donati da lui. I 74 nuovi “pezzi”, oltre all’enorme valore storico (ed economico), testimoniano bene il gusto del Vate nella scelta e nella cura dei doni, perché sono in gran parte suoi regali per amici e amanti. E, da uomo generoso qual era, a ciò che donava dedicava addirittura più cura di ciò che sceglieva per sé: del resto, “Io ho quel che ho donato”. Le nuove sale del d’Annunzio Eroe
sono l’apoteosi del d’Annunzio esteta. Come, in un altro senso, lo è il primo
Museo che ho aperto, l’ “Omaggio a d’Annunzio”: lì ho raccolto opere donate al
Vittoriale da artisti contemporanei che riconoscono in d’Annunzio un maestro e
un precursore dell’arte e della bellezza: Paladino, Ontani, Schmidlin, Meese, Riva, Greco, e molti altri che seguiranno, a partire dal Cannavacciuolo, la cui opera si aggiungerà alla collezione proprio questa sera. Il primo assunto è che non solo gli artisti nostri contemporanei amano d’Annunzio, ma che d’Annunzio avrebbe amato i grandi artisti nostri contemporanei. E che tutti arricchiscono il Vittoriale, i suoi visitatori e costituiscono un grande patrimonio dell’umanità. Fin da prima del mio arrivo al Vittoriale, nell’ottobre del 2008, sapevo che l’Ambasciatore Antonio Spada aveva una collezione di cimeli preziosa quanto rara – continua poi il Presidente Giordano Bruno Guerri – e sapevo anche che un bravo collezionista teme, a ragione, i Presidenti voraci. E’ stato necessario aspettare che fra Spada e me nascesse un rapporto di collaborazione prima, di reciproca stima, e amicizia, poi. Non è stato difficile, se non per l’autocostrizione di tenere a bada la mia
impazienza: Antonio Spada è un uomo generoso e che ama d’Annunzio e il Vittoriale. Quando è stato sicuro che anch’ io li amo, e che gentiluomo sono, mi ha aperto le porte del suo tesoro”.
Sul cambio di nome, da Museo della Guerra a Museo D’Annunzio Eroe, il professor Guerri ci tiene a precisare: “Museo della Guerra” mi è sempre parso un nome un po’ inadeguato a una raccolta di oggetti fascinosi come la bacchetta brandita da Arturo Toscanini nel memorabile concerto a Fiume, o la celeberrima scultura di Adolfo Wildt, con il suo sorriso enigmatico e tagliato a metà. Nelle splendide stanze dello Schifamondo, la nuova casa che Gabriele d’Annunzio costruì e che non fece in tempo ad abitare, sono raccolti – sì – i ricordi della guerra 1915-1918, ma anche moltissimi cimeli fiumani. Ebbene, credo che l’impresa di Fiume sia stata, nonostante il sangue versato, un atto di pace: per risparmiare alla città quei lutti, ben più gravi, che si sarebbero purtroppo verificati nel 1945
con le foibe e l’esodo degli istriani. E credo che a Fiume d’Annunzio abbia realizzato un avanzatissimo esperimento di libertà e democrazia testimoniato dalla Costituzione donata alla “Città di Vita”, la Carta del Carnaro. D’Annunzio Eroe, dunque, in tempo di guerra e di pace. Gli oltre settanta preziosissimi cimeli messi a disposizione dall’Ambasciatore Antonio Benedetto Spada permettono di aprire due nuove sale e di cambiare il nome del Museo: infatti sono perlopiù oggetti bellici trasformati dal gusto del Poeta in testimonianze d’arte e di bellezza”.
PER VISITARE IL “D’ANNUNZIO EROE”:
Il Museo è aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 9 alle 19.
Per informazioni e contatti:
Vittoriale degli Italiani – Via Vittoriale, 2 – Gardone Riviera, Brescia –
Tel. 0365/296511 – www.vittoriale.it –
vittoriale@vittoriale.it