L’Imperatore giapponese Akihito si è presentato alle telecamere per un discorso a tutto il suo popolo circa l’emergenze procurata dalle ultime catastrofi naturali e non.
E’ accaduto 3 giorni fa. Per la prima volta nella storia del paese.
Tale accadimento fa venire in mente il film ‘Il discorso del re’. Sempre un sovrano (Giorgio VI), sempre un fatto grave (la Seconda Guerra Mondiale), sempe un popolo da unire e da spronare nelle difficoltà con la propria presenza, mediata da immagine e voce, nel caso inglese. In entrambi i casi, colpisce l’umanità ma anche l’eleganza composta e compassionevole dei sovrani.
L’Imperatore Akihito ha detto:”Spero dal profondo del cuore che le persone, tenendosi per mano, si trattino con compassione e superino questi momenti difficili”.
E poi:«Vogliamo condividere i disagi dei cittadini dovuti al piano di black out programmato», ha chiesto la coppia imperiale, secondo quanto ha riferito l’Agenzia della famiglia. Quindi, sulla base della turnazione locale prevista per i black-out, nelle residenze imperiali verrà staccata la corrente.
Grande sobrietà rafforzata anche dalla prossemica e dall’abbigliamento. L’Imperatore indossa un doppiopetto di flanella pettinata e grigia, di ottima fattura. Cravatta antracite in seta e pochette, che esce dal tashino in modo appena accennato e discreto, che differisce cromaticamente solo appena. Camicia a righe molto leggere e tenui.
Nell’insieme, quindi, in sintonia con il messaggio di rassicurazione di cui è portatore.
Un esempio di grandissimo stile.
Che stona con il chiasso e l’inadeguatezza di cui siamo purtroppo testimoni, in questi giorni di festeggiamenti italici. Vedere rappresentanti dello Stato (alti e bassi) presentarsi in piumino, in blu come ragazzi alla cresima, con le cravatte con le bandierine che sventolano, senza cappotto ci dovrebbe far riflettere sull’assenza di radici solide ad un sentimento nobile come quello di amore e rispetto per la propria patria.
Tornando al Giappone e al suo 125° Imperatore, l’accostamento di varie cromie grigie, presente in almento 3 alterazioni, ci ha fatto venire in mente altri esempi di eleganza classica, e quindi immortali.
In questo collage vediamo 3 uomini dai 60 (Cary Grant), in su. Hanno capelli bianchi e indossano flanella e cravatta in tinta unita di seta. La flanella più o meno cardata trasmette sensazioni quali compostezza, calma e fermezza, fiducia in sé e nessuna competitività, voglia di primeggiare. Perché di natura si è già migliori. Contrasta quindi con l’aggressività dei pettinati lucenti e dai pesi leggerissimi, guarda caso adottati dalla stragrande maggioranza degli uomini post-classici, politici inclusi. Nessuna frivolezza. La flanella, tra tutti, è il tessuto più saggio. Nessun uomo di Stile può farne a meno.
Ancora una lezione dal Giappone.