Alfieri e bandiere dell’Italia che lavora ed eccelle: un’associazione esclusiva che unisce i proprietari di aziende ultracentenarie del nostro Paese. Noi abbiamo intervistato il Presidente Ugo Cilento.
Intervista a Ugo Cilento, presidente dell’associazione “i Centenari” from Stilemaschile on Vimeo.
Di David Di Castro (responsabile della rivista online Uomo & Manager)
Un occhio puntato al futuro ed uno alla propria storia. I Centenari, sono un’associazione che da oggi, con la nuova presidenza di Ugo Cilento, è sempre più aperta a tutto il territorio nazionale. Un’associazione che riparte guardando alla fiducia degli imprenditori più bravi e longevi, coloro i quali hanno saputo durare nel tempo innovando le proprie tradizioni ma rimanendo fedeli alla qualità che ha reso uniche le aziende che oggi fanno parte di questa grande comunità delle imprese storiche familiari ultracentenarie. Eccellenze che guardano oltre i propri confini territoriali con gli strumenti propri degli innovatori che non perdono mai però il contatto diretto con le persone. Noi abbiamo voluto conoscere questa splendida realtà tutta made in Italy, certamente esclusiva ed elitaria, attraverso questa intervista al nuovo presidente Ugo Cilento, che guida a Napoli una delle sartorie più belle d’Italia, con oltre 200 anni di storia.
Cos’è l’associazione “I Centenari”?
Una associazione che punta a valorizzare le eccellenze dell’impresa con uno sguardo particolare a chi ha avuto la capacità di far funzionare e innovare aziende storiche come le nostre che ormai sono diventate anche un modello economico. L’importanza per l’evoluzione sociale, culturale ed economica di un Paese passa anche attraverso la tutela e la valorizzazione di imprese che hanno saputo coniugare la capacità di durare nel tempo con grandi produzioni di qualità.
Quando è stata fondata e per volontà di chi?
Mio padre Martino è stato importante per costituire l’associazione all’inizio del millennio insieme alla grande collaborazione di Biagio Orlando, che è il direttore dell’Associazione, e ai suggerimenti di tante persone alcune delle quali hanno poi aderito alla nostra comunità. Anche Pina Amarelli Mengano, a lungo presidente onorario, è stata importante per il ruolo neLesHenokiens, una associazione internazionale di imprese storiche.
Chi ne fa parte?
Al momento siamo una trentina di imprese che operano in tutti i settori che rappresentano in ogni campo una vera eccellenza conosciuta in tutta Italia e spesso nel mondo. Per fare solo alcuni nomi cito i coralli di Ascione, l’acetificio De Nigris, i marmi Cianciullo, i gioielli di Ventrella, la ristorazione con don Alfonso. Ma potrei continuare con molti altri nomi.
Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati?
In primo luogo vogliamo far conoscere sempre più le aziende che fanno parte del nostro consesso perché rappresentano un modello da seguire anche per le imprese più giovani che vogliono dare nuova linfa al tessuto economico italiano che ha bisogno di idee nuove che spesso possono essere ritrovate nel nostro grande passato. La tutela di questi marchi che da oggi fra l’altro potranno avere una targa di riconoscimento, segnala la qualità e la capacità di aver saputo innovare pur mantenendo salde le radici nel passato, senza nostalgie ma anzi come spesso diciamo con una grande passione per il futuro.
Perché il Sud come culla di questa iniziativa?
Le faccio un esempio: l’azienda che io oggi conduco è all’ottava generazione ed è nata nel ‘700, un periodo fulgido per il Sud da un punto di vista culturale ma anche dal punto di vista economico. Il Mezzogiorno deteneva in quegli anni tanti record nel campo delle tecnologie innovative, della sperimentazione, delle idee. Ebbene noi sappiamo che ancora oggi ci sono tante aziende che guardano al mondo con idee e motivazioni importanti che devono essere conosciute e valorizzate anche nei nostri territori. Abbiamo tanti clienti al Nord e all’estero da sempre e ciò conferma quel che affermiamo. E noi in questi anni lo abbiamo fatto con risultati importanti e con la mia presidenza punteremo sempre più gli occhi e le menti al di fuori dei nostri confini.
Cosa rappresentano per “I Centenari” queste terre?
Un punto di partenza importante per le notevoli conoscenze spesso uniche, le capacità di artigiani di qualità, le materie prime, la storia imprenditoriale unica della gran parte delle aziende che aderiscono all’associazione inestricabilmente legata a questa terra.
Quali sono le iniziative più importanti che promuovete?
Tra le tante ha sempre avuto grande successo il premio Efesto, molto ambito, che negli anni è diventato davvero unico perché rappresenta il riconoscimento per chi lo ottiene di aver fatto qualcosa di davvero importante e innovativo non solo per l’imprenditoria ma per la nostra società, non a caso è stato vinto da grandi imprenditori come D’Amato, artisti come Mimmo Jodice, creativi come Rocco Barocco ma anche dal presidente del Napoli de Laurentiis e dal cardinale Sepe.
Come si entra a far parte di questa associazione?
In primo luogo bisogna avere la storicità aziendale, appunto almeno cento anni di attività con la particolarità dell’appartenenza sempre alla stessa famiglia. Criteri molto stringenti, dunque. Il nostro consiglio direttivo, dopo approfondita valutazione, decide se accogliere la domanda anche in base all’onorabilita e all’importanza dell’azienda. Non è facile accedere all’associazione ma noi vogliamo un consesso di persone e imprenditori di grandissima qualità.
Cos’è il Longevity Business Lab and Heritage Marketing in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno?
Nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università degli Studi di Salerno e l’Associazione “I Centenari” e si pone come fine la diffusione della cultura d’impresa attraverso l’identità distintiva della longevità. Sul patrimonio di competenze, conoscenze e know-how delle imprese longeve è necessario costruire strategie di sviluppo, condivisione e comunicazione fortemente orientate alla valorizzazione della longevità. In un’era di crisi e di forti cambiamenti, abituati ad una comunicazione sempre più pervasiva e omologante, utilizzare la longevità per costruire un’identità più forte e peculiare rappresenta un obiettivo per creare differenziazione e competitività. Va ringraziata la professoressa Vittoria Marino per il lavoro svolto che ha realizzato insieme alla professoressa Maria Rosaria Napolitano, un bellissimo volume che racconta “I Centenari” con le foto meravigliose di un artista come Luciano Romano. Un ringraziamento anche a Mario Carelli che è stato appena nominato presidente del direttivo del Longevity Lab.
Recentemente Lei è stato nominato presidente de “I Centenari”: quali sono state le sue emozioni?
Tante e tutte bellissime ma soprattutto ho una grande voglia e l’energia giusta per allargare sempre più la nostra casa guardando a tutto il Sud e anche al Nord del nostro paese. Già oggi tante sono le collaborazioni che abbiamo in tutto il Paese e siamo convinti di poter dare tanto all’Italia in termini di competenze e di conoscenze perché l’associazione nasce certamente per una tutela storica del nostro patrimonio ma soprattutto ha un valore: quello di essere protagonista nello scenario economico a offrire modelli di crescita e durata, insomma a rendere più ricca e più bella la nostra Italia.