Terzo appuntamento con questa serie di chiacchierate dedicata ai promettenti artigiani italiani.
Questa volta abbiamo incontrato il giovanissimo, nemmeno trentenne, Saverio Santillo, a capo dell’azienda di famiglia, la Santillo 1970 che voi, cari lettori di Stilemaschile, già conoscete.
Saverio ci racconta il suo lavoro e la sua breve, sinora, ma riuscita storia sartoriale.
La formazione
La possibilità fin da piccolo di stare in sartoria a osservare la lavorazione delle camicie, assistendo alla trasformazione dei tessuti che da bidimensionali (sdraiati sul piano) diventavano tridimensionali (camicie indossate dai clienti), è stata la mia formazione. Era qualcosa di magico, esoterico, come i segreti a cui avevo accesso e che, pensavo sino ad allora, non avrei mai padroneggiato. Invece, anni di dedizione e di studio hanno portato a qualche risultato…
La strada è lunga ma, anche grazie alle testimonianze dirette dei nostri clienti, posso dire che ho iniziato bene…
Dal tempo del liceo la voglia di dare un contributo in azienda si è via via concretizzata sempre di più. Oggi a ventisei anni posso confermare più concretamente di aver dato sfogo alla mia passione, questo anche grazie ai riconoscimenti che il mio lavoro ha avuto in questi anni.
Per me è sempre stato importante rispettare il dna artigianale dell’attività di famiglia.
A tal proposito ricordo le parole di un cliente speciale (l’attore americano Matthew Modine) durante la prima misura: “Bisogna avere cura delle cose che abbiamo”.
Oggi
Adesso il mio contributo in sartoria è diventato sempre più attivo e costante: dalla fase del taglio che curo in modo particolare allo sviluppo alla creazione. Mi dedico sempre più all’interazione diretta con i clienti. Sono proprio le loro sfide che oggi mi incuriosiscono di più, perché oltre all’aspetto squisitamente tecnico, viene coinvolto il lato emotivo di noi artigiani. Con i nostri clienti migliori si crea una empatia che dà poi vita al prodotto finale.
Dall’incontro con interlocutori competenti ed esigenti, infatti, nasce sempre qualcosa di particolarmente riuscito, non solo a livello tecnico.
Perché, anche un po’ romanticamente, possiamo affermare che oltre tessuti, tecnica e lavoro, un prodotto artigianale prende anima proprio grazie alla passione dell’artigiano e del cliente.
È una traccia, vivente, dell’interazione di queste due sensibilità.
Passato/Futuro
Il rispetto dei codici fa parte del mio carattere, è come un senso di responsabilità soprattutto nella fase in cui si crea un modello. Il mio lavoro, quindi, non vuole distruggere valori e stilemi classici che sono alla base della sartoria. Anzi. Il progetto “Radici” prende spunto proprio dalla tradizione camiciaia, e contempla l’utilizzo di metodi, materiali e tecniche e tessuti oramai quasi scomparsi, ma fortemente richiesti.
Dopo 4 anni “Radici”, voluta fortemente da me e dai miei fratelli Gennaro e Annaluce, è in continua evoluzione e sta diventando il perno della nostra attività, sia per la ricerca storica che abbiamo compiuto che per l’unicità delle nostre realizzazioni.
Dettagli
Il nostro impegno in fase progettuale è totale e a volta maniacale. Il classico deve essere interpretato e arricchito da qualche nota contemporanea. Prendendo in prestito una definizione musicale, il nostro è un “classico con brio”, che unisce italianità e piccole varianti british, nei colori e nei dettagli.
L’amore per la natura è un altro aspetto che rientra nelle nostre corde, e rivive in tessuti che esaltano il comfort dei modelli più significativi, come la polo camicia che nell’ultima variante è realizzata con maniche raglan e in tessuti inusuali, che invitiamo a scoprire nel nostro showroom milanese, in via Lazzaro Palazzi 2/a.
Ricerca e cura sono da sempre un binomio di valori in linea con la nostra realtà artigianale.
Per questo abbiamo scelto di aderire a un progetto molto importante a livello scientifico, intrapreso con la Fondazione Umberto Veronesi.
In queste foto, Saverio Santillo nello showroom milanese e durante l’ultima edizione della Tweed Walk 2016.