Cos’è l’identità?
Questa è la domanda chiave del ‘900. Il secolo dell’individuo, che ha lentamente ma inesorabilmente abbattuto tutti i vincoli, di genere, sociali, di classe, professionali, religiosi, che aiutavano l’uomo a vivere, o meglio che rendevano la vita dell’uomo meno tragica e ingovernabile. Ognuno aveva un ruolo. Dal vertice alla base della società.
Ma alla società moderna e post-moderna serviva un uomo che pensava (di pensare) con la sua testa. Che fosse convinto di essere unico e irripetibile. Senza vincoli, e più facilmente manovrabile. Senza radici ma con tanti desideri. Questa la molla dell’occidente: il desiderio. Ma desiderando sempre di essere altro da sé qual è l’identità di un uomo?
Non a caso il ‘900 è il secolo del cinema e dell’abbigliamento, delle star e delle mode, degli attori e degli stilisti. Individui che creano modelli per la proiezione e l’identificazione, che sono le caratteristiche del desiderio moderno. Si cerca di diventare altro da sé, visto che “niente è più vincolante della libertà” (Carmelo Bene).
Senza farla troppo lunga, dato che affronteremo altrove il tema, abbiamo deciso di dedicare un evento a questo aspetto della vita maschile, l’identità.
Con un tono più rilassato, privi di pretese scientifiche, abbiamo così accolto l’invito degli amici di Vitale Barberis Canonico ad organizzare un incontro sul materiale e sull’immateriale dell’eleganza maschile. Sul suo abito tangibile, fatto da tessuto e forbici, e sul suo abito più impalpabile, ma forse più evocativo, il profumo.
Tessuti e profumi, quindi, che hanno in comune l’uomo e la sua personalità, e che aiutano a definire la sua identità.
L’identità è l’immagine riconoscibile e univoca di una persona, in ogni ambiente e circostanza.
L’identità è la maschera sociale di una persona (infatti persona significa proprio maschera in latino).
Il nostro modo di parlare, la postura, il carattere, lo sguardo… Tutti elementi che trovano conferma o smentita nel nostro abito, sia di tessuto che di profumo.
Ma mentre l’abito rimane nella memoria , anche fotografica, il profumo è più esoterico. Penetra in profondità e rimane ancorato a ricordi precisi. “Che cosa ti piace di più veramente nella vita?”.
“L’odore delle case dei vecchi”, rispondeva Jep Gambardella ne La Grande Bellezza, manifestando così la sua diversità di scrittore. Perché gli odori, o meglio i profumi, evocano persone e luoghi in modo più duraturo ed evocativo.
Allora ci siamo lanciati in un gioco, con l’aiuto da una parte dei tessuti di Vitale Barberis Canonico, dall’altra dell’esperienza di Silvio Levi, patron della Calé, che importa in Italia le migliori fragranze inglesi.
Abbiamo scelto 5 personaggi noti del ‘900, 5 icone di stile. Ad ognuno abbiamo affiancato un tessuto e un profumo che si attagliassero alla loro personalità. Abbiamo verificato quanto davvero entrambi fossero decisivi nella costruzione di una immagine. Di qualcuno, come Agnelli , Totò o il Duca di Windsor avevamo i loro veri profumi, quelli che usavano quotidianamente. Degli altri il dottor Levi si è basato per la scelta sull’identikit costruito attraverso il tessuto scelto, in modo da formare una identità coerente e verosimile.
“Il profumo è un ambasciatore silenzioso, ci annuncia ancora prima di presentarci e lascia un ricordo di noi quando siamo già andati via. Immateriale e discreto, inevitabilmente parla di noi agli altri. Un capo d’abbigliamento con il nostro profumo diventa più intimo di qualsiasi scatto fotografico. Comprendere questo potere evocativo affinché ciò che comunichiamo con una fragranza sia in sintonia con il nostro essere è una piccola scienza”. (Silvio Levi, Presidente di Calé)
Come molti comici, la sua ambivalenza, sulla scena e nella vita, è lampante. Ma in lui questo iato tra la doppia immagine che ogni attore porta con sé è ancor più crudo e drammatico. Da marionetta del palco e del palcoscenico, Totò di trasformava nel Principe De Curtis. Vero o falso che fosse, questo titolo nobiliare, a lungo ri-cercato, permetteva all’uomo De Curtis di trovare una sua vita propria, lontana dal personaggio che per anni (è bene ricordarlo) fu etichettato coma una macchietta di serie b.
Quindi Totò/De Curtis nel quotidiano aveva una immagine molto austera, rigida, senza fronzoli né lazzi di alcun tipo.
Si vestiva con grande severità, con una linearità notarile, senza deroghe. Il tessuto che gli abbiamo assegnato, in questo gioco, è la grisaglia.
Dal sito di Vitale Barberis Canonico, Superbio Grisaglia:
L’icona del city gentleman, come il George Banks di Mary Poppins, la immaginiamo con un pettinato rasato dai disegni discreti, che ispirano fiducia. Il Superbio è ispirato alla serenità di questo mondo classico, in cui ogni cosa ha un sapore, un posto, un tempo. La tradizione che è orgoglioso di rappresentare non è il cassetto delle cose vecchie, né la serra dove tutto cresce a comando, bensì il giardino dove le piante fioriscono ciascuna nella sua stagione. Il suo ambiente è l’inverno, quando il confortevole peso, la sobrietà dei colori e il rigore dei disegni sono in armonia col grande riposo della natura. Un tessuto da sartoria, che mette il sapere e la fantasia di una casa centenaria al servizio di chi ama vestire.
Un viaggio “olfattivo” nel ricordo di questo grande personaggio, amato e conosciuto in tutto il mondo. È proprio il suo profumo ad essere racchiuso nel flacone sigillato dallo stemma della famiglia De Curtis. Una vecchia bottiglietta ormai ossidata che conteneva ancora alcune gocce di fragranza e conservata dalla figlia del Principe, Liliana, ha consentito di ricreare il jus amato dall’artista. La quintessenza di quell’insolito charme che rendeva unico Totò è espressa da una partenza speziata e briosa di noce moscata, menta e cardamomo. Il cuore custodisce un’anima delicata e floreale di lavanda, iris e gelsomino e precede una scia corposa e consistente di foglie di tabacco e legno di sandalo.
Associazione alquanto intuitiva. Principe di Galles è un titolo tradizionalmente assegnato all’erede al trono del monarca regnante del Regno Unito.
Edward Albert Christian George Andrew Patrick David Windsor (il “nostro” Duca di Windsor) fu Principe di Galles dal 1911 al 1936, quando salì al trono col nome di Edoardo VIII.
Oggi il Principe di Galles è l’erede al trono Carlo d’Inghilterra. Ma il Principe di Galles è anche un tessuto, conosciuto anche con il nome di Glenurquhart check, dalla omonima regione scozzese, o come Glen plaid. Le sue finestrature, originariamente in bianco e nero, al cui interno si collocano piccole righe celesti o rosse, hanno vestito i più grandi attori del 900. La sua origine country fa del Principe di Galles un tessuto informale, un contesto in cui il Duca fu maestro e nel quale si trovava maggiormente a proprio agio, visto che passò gran parte della sua vita tra giardini, tenute di campagna e campi da golf.
Dal sito di Vitale Barberis Canonico, Perennial Principe di Galles:
Nel mondo degli affari, certe regole sono le stesse dappertutto: per farsi apprezzare bisogna parlare più lingue e vestire con sobrietà. Il Perennial non pretende di insegnare l’inglese, ma offre tinte unite e disegni classici in una gamma così vasta da garantire equilibrio e misura senza che nessuno debba rinunciare ad esprimere il proprio stile. Per un uomo che vuol far capire chi è, non solo quello che vuole, Vitale Barberis Canonico non ha mai smesso di migliorare questo tessuto in cui la fluidità dell’armatura e la qualità delle lane Super 110’s concorrono a valorizzare l’abito, e il confortevole peso di 260 grammi a far star bene la persona
Passato alla storia come uno degli uomini più eleganti del XX secolo, il duca di Windsor fu ammirato per le scelte sempre coraggiose che hanno costellato una vita all’insegna della raffinatezza assoluta. L’icona dello stile di un’epoca commissionò alla Maison Creed un profumo che prese il nome Windsor. Dopo quasi 80 anni dalla creazione a opera del nonno e ispirandosi al concetto di eleganza britannica racchiusa nella fragranza che ha profondamente colpito il suo animo, Olivier Creed ci consegna oggi, con Royal Mayfair, la sua personale visione dell’eleganza maschile.
Una fragranza regale perchè trae spunto da un uomo destinato alla corona d’Inghilterra, ma che vi rinunciò per sposare l’amata americana e pluridivorziata Wallis Simpson; una fragranza che è un richiamo esplicito a Mayfair, tempio del British Style per antonomasia e alla prima boutique inglese Creed inaugurata nel 1760.
In Royal Mayfair è sorprendente l’esplosione iniziale di fiori, una scelta inaspettata per i canoni tradizionali di un profumo dedicato all’uomo. La potenza è data dalla tuberosa, la sensualità è racchiusa nel gelsomino e la delicatezza è emanata dai boccioli di rosa. Segue la fisicità asciutta del legno di cedro che si unisce al sandalo per dare vita a un cuore solido, affidabile e rigoroso per poi stupire ancora una volta con le note cariche e sontuose di musk, ambra e vaniglia che chiudono la composizione. La piramide olfattiva audace incarna il carattere di un uomo coraggioso nelle scelte, non segue le mode ma ha il carisma per dettarle.
Anche la scelta per il tessuto da affiancare all’Avvocato è stata abbastanza semplice. La flanella in tinta unita è una scelta rischiosa ma vincente. Perché è un tessuto neutro che però evidenzia una personalità forte. Guardando le foto a corredo del testo, vedete emergere il sorriso e lo sguardo di chi è sicuro di sé, di chi, spavaldo e carismatico, conosce il suo posto nel mondo. La flanella è un tessuto da leader, autorevole e deciso. Una tela bianca da dipingere con i colori della personalità.
Dal sito di Vitale Barberis Canonico, Flanella cardata grigio scuro:
Se i twill pettinati sono il linguaggio estetico degli affari e le tele ritorte dell’azione, la flanella esprime serenità e misura, le doti di un leader. Alla scioltezza del drappeggio aggiunge il naturale tepore di una superficie il cui vello ha qualcosa di vivo, misterioso, autentico. La flanella cardata non può mancare in un guardaroba maschile. Preziosa quanto modesta, perché rifugge da luminescenze eccessive, l’uomo che la indossa appare autorevole e riservato. Distante dalle cose, non dalle persone. Vitale Barberis Canonico la produce in due pesi, sempre utilizzando filati unici secondo le regole non scritte dell’arte tessile. L’articolo 4000, con un peso di 340 grammi, è presentata in tutte le livree della tradizione: pied de poule, principe di Galles, finestrati e gessati, questi ultimi anche con la riga bouclé che è una pennellata di contemporanea leggerezza. L’art 562, leggermente più follato, pesa 360 grammi e si presenta solo nelle tinte unite, rese particolarmente espressive da un melange nobile ottenuto mescolando lane di colori diversi.
Originale, elegante e traboccante di gioia di vivere. Rinfrescante e fuori dal comune, Special 127 combina arancio e bergamotto con neroli, petitgrain e fiori d’arancio. Un profumo sofisticato ma allo stesso tempo non pretenzioso che Gianni Agnelli sceglieva per esprimere il suo personalissimo stile.
Creato nel 1890 per il Gran Duca di Russia Orloff, mentre era in esilio a Parigi, fu originariamente chiamata ‘Orloff Special’. Alcuni anni dopo la morte del Granduca, Floris introdusse l’Orloff Special nel suo listino ufficiale. Il suo nome divenne Special N°127 dal numero di pagina che la sua “ricetta” occupava sul Libro Speciale delle formule.
Contrariamente alla flanella precedente, questo tessuto ha una sua spiccata identità, come testimoniano le declinazioni più stereotipate del gangster o dello yuppie rampante (da “Wall Street” a “The wolf of Wall Street”). Le righe di gesso verticali ne delineano i contorni, rendendolo assertivo e imperativo. Contrariamente all’esempio precedente, qui si nota prima l’abito e poi il viso.
Mastroianni ha non di rado interpretato personaggi indolenti, pigri, con uno spiccato senso femminile, in balia degli accadimenti (da “Il Bell’Antonio” a “Ieri, oggi e domani” alla “Dolce Vita”). Protagonisti con una carenza di personalità e di forza. Non un attore virile alla Gassman, per intenderci. In “Matrimonio all’italiana” (1964), ad esempio, interpreta il nobile smidollato Domenico Soriano, incline più al vizio che alla virtù, con una personalità molle che viene però ‘riscattata’ da un bellissimo tre pezzi in flanella gessata.
Dal sito di Vitale Barberis Canonico, Flanella cardata chalkstripe
(si veda all’estratto precedente)
Un profumo cuoiato, deciso, estremamente elegante ed equilibrato. La sua caratteristica ed inconfondibile nota cuoiata domina su note verdi ed agrumate, un cuore sorprendentemente fiorito ed un fondo caldo e avvolgente di spezie, legni e note vanigliate.
Knize Ten prende nome dal più alto “handicap” del gioco del polo, lo sport elitario dei gentlemen inglesi. La sua originalissima composizione è stata oggetto di innumerevoli tentativi di imitazione ma Knize Ten mantiene saldamente il suo primato e, non a caso, è tra le poche “essenze eterne” citate nel libro “Il Gentleman” di B. Roetzel. Un profumo straordinario, coraggioso ed innovativo per gli anni in cui fu creato, intenso, pieno di carattere e nobilmente raffinato. Un profumo dal grande carisma, non per tutti.
Che dire di Vittorio De Sica, grandissimo attore, ottimo regista. Uomo irripetibile, dotato di classe d’altri tempi. Nel suo caso vale forse il ragionamento inverso a quello fatto per Totò. Nella vita era molto più informale e rilassato che sullo schermo, dove a causa del portamento e dei capelli bianchi interpretava spesso sindaci, politici, uomini in uniforme. Ma la sua indole emerge chiara nelle commedie.
Nel quotidiano De Sica, come si vede dalle foto, indossava colori chiari, abiti spesso di lino o di cotone, come usavano i veri uomini eleganti di una volta.
Dal sito di Vitale Barberis Canonico, Wool & Linen
All’aspetto spontaneo della lana, il lino aggiunge il movimento delle fiammature e la capacità di stropicciarsi in modo misurato, così che anche le tinte unite appaiano giovani e originali. Quando la temperatura si alza, ma le giornate di lavoro restano lunghe, sbagliare stoffa è peggio che marciare con i tacchi alti. Poroso, leggero, ma ben fermo grazie al doppio ritorto, questo tessuto dalle tinte solo apparentemente unite è pensato per abiti dinamici, classici con un tocco smart.
Limes è una fragranza vibrante e spumeggiante, evocativa dell’estate mediterranea. Note agrumate di limone e lime anticipano il cuore che è un concentrato di spontaneità e naturalezza, esaltato dai fiori di tiglio e dalle foglie del limone. Nel fondo nuance muschiate nette e persistenti.
Limes di Floris fu per la prima volta introdotto nel 19° secolo per combattere l’oppressivo calore della City in estate.
Anno di creazione: 1890