Edward Albert Christian George Andrew Patrick David Windsor nasce a Richmond upon Thames il 23 giugno 1894. È il primogenito di Giorgio V del Regno Unito, quindi destinato anche lui al trono britannico. Solo che…
Solo che Edward non è fatto per essere Re. Cerca un modo di fuggire da quella vita così impegnativa, soprattutto perché entro pochi anni scoppierà la Seconda Guerra Mondiale.
L’occasione non si fa attendere e gliela dà l’amore, che spesso regala infelicità e sofferenza ma non a lui.
Si chiama Wallis Simpson, è americana, intelligente, ha un passato controverso alle spalle, non è bellissima, ma soprattutto è divorziata. Edward si innamora pazzamente di questa figura, così aliena dal suo mondo. Ma un Re non si può accompagnare ad una divorziata.
Da qui lo scandalo.
Alla morte del padre, è il suo turno. Sale al trono come Edward VIII nel 1936. Ma non è la vita che fa per lui, dicevamo. Primo si dovrebbe separare da Wallis, secondo dovrebbe porre in secondo piano i suoi tanti hobby, l’abbigliamento su tutto.
Rifiuta il trono dopo pochi mesi passando lo scettro al fratello (rivivete tutto nel film “Il discorso del Re”), ancor meno adatto al ruolo.
Tutti pensano che Wallis sia la causa principale, ma non è così. Almeno non solo.
Nel 1937 gli viene attribuito il titolo di Duca di Windsor, creato ad hoc.
(Ricordiamo che i Windsor in realtà sono la casata Sassonia-Coburgo-Gotha e solo nel 1917, per prendere le distanze dalla guerra mondiale e dai tedeschi, prendono il nome attuale).
Sospettato di simpatie naziste, durante la Seconda Guerra Mondiale viene allontanato dall’Europa e nominato Governatore e Comandante in capo delle Bahamas, dove passa molti anni tra le sue rose e con i suoi cani.
Viaggia poi molto tra Parigi, dove talvolta si ferma per mesi, e gli Stati Uniti, dove lo adorano come un attore hollywoodiano.
Il Duca di Windsor è una delle figure più importanti del ‘900. Ma non per il suo spessore politico. Anzi. Lo è per la sua dimensione mondana. Il Duca è forse l’uomo più elegante del ventesimo secolo. A lui si deve gran parte degli stilemi estetici che ancora oggi adottiamo.
È stato, Edward, protagonista delle cronache mondane, con Wallis ha riempito pagine e pagine di giornali (anche rosa e di moda). Ha lanciato mode e distrutto gran parte dell’armamentario polveroso che abitava negli armadi degli uomini appartenenti alla generazione precedente. Ha reso l’abbigliamento più sportivo, portando i tweed e le scarpe di camoscio in città, ha introdotto i colletti morbidi delle camicie, ha definitivamente sostituito la zip ai bottoni…
Odiava ogni tipo di costrizione immotivata, diceva, senza però mai abdicare alla pertinenza e al ruolo di Sua Altezza reale, che comunque conservava.
Possono sembrare, queste ultime note, delle sciocchezze vacue. Ma non è così.
Nel ‘900 le due forme di espressione più elevate e diffuse sono state il cinema e l’abbigliamento. Con questi due strumenti l’uomo ha cancellato il polveroso secolo precedente entrando nella dimensione della tecnica e del superamento dei limiti fisici, grazie alla tecnologia. Quello che oggi chiamiamo dimensione fluida dell’esistenza deve riconoscere a figure rivoluzionarie come il Duca uno dei ruoli principali, che hanno inciso profondamente nei costumi della società occidentale.
Il Duca ha interpretato, con modi e abiti, il passaggio dalla rigidità delle convenzioni ottocentesche al dinamismo della società novecentesca.
Per questa sua rilevanza Stilemaschile ha deciso di dedicargli una monografia, “Il Duca di Windsor. L’uomo che volle farsi Stile”.
È il terzo libro che pubblichiamo, dopo “Dandy Moderni” e “99 consigli di stile”.
Il volume è composto da quattro parti. La prima è una raccolta di contributi eccellenti, come quelli di Giancarlo Maresca (Gran Maestro del cavalleresco Ordine delle Nove Porte) o di Paul de Sury, economista internazionale, o di Massimiliano Mocchia di Coggiola, dandy e studioso dell’eleganza maschile. Questi sette capitoli cercano di farci comprendere meglio la figura controversa del Nostro.
La seconda parte è invece composta da due capitoli della sua autobiografia (La moda cambia e L’abbigliamento sportivo), uscita nel 1960 e dal nome “A Family Album”. Per la prima volta in italiano, scopriamo cosa pensava il Duca, cosa preferiva e odiava in fatto di abiti.
Le ultime due sezioni sono fotografiche, con immagini sia di Edward con Wallis che del suo irripetibile guardaroba.
Un lavoro imperdibile, il primo in Italia dedicato a questa figura così complessa, per la sua dimensione politica, sociale, del costume, della cronaca, etc…