Come anticipato, tre brevi presentazioni dei gin che abbiamo avuto l’opportunità di degustare durante la serata del 5 novembre da Cilento 1780. Tre prodotti italiani di grande qualità, ognuno con una sua propria personalità. Un tris da provare!
PORTOFINO DRY GIN
Portofino Dry Gin ha radici profonde e ben piantate nel territorio da cui prende il nome. Alcune delle 21 botaniche che compongono la ricetta sono coltivate e raccolte a mano sul monte di Portofino, per poi essere distillate separatamente in alambicchi di rame. Lavanda, ginepro, limone, rosmarino, salvia e maggiorana sono le botaniche più marcanti e il risultato finale è un Dry Gin dai toni agrumati e floreali dalla grande morbidezza. Portofino Dry Gin si esalta in un classico Gin & Tonic, un’esplosione di freschezza con carattere da vendere.
Portofino Dry Gin rappresenta un tributo alla storia e alla bellezza di uno dei borghi più affascinanti d’Italia e del mondo. È un gin che coniuga eleganza e vitalità, esattamente come i luoghi che hanno reso Portofino un simbolo in tutto il mondo. Dalla Piazzetta, iconico salotto sotto al cielo, all’Albergo Nazionale, che ha aperto i battenti nel 1898. C’è poi lo storico American bar La Gritta, dove Frank Sinatra, John Wayne e Alain Delon fra gli altri hanno ordinati i loro drink preferiti. E poi la grande tradizione delle regate, che in settembre rendono elettrizzante l’atmosfera in Riviera. È proprio così, ispirato dalla magia di Portofino, che nasce Portofino Dry Gin.
OCCITAN GIN
Sin dal secolo scorso Bordiga distilla il ginepro raccolto nelle Valli Occitane per produrre quella che può essere definita tra le più antiche ricette di gin italiano: il Gin Occitan. Bordiga è una distilleria molto particolare, specializzata nel rigore e nel rispetto della tradizione. Il suo punto di forza sono le erbe officinali alpine raccolte ancora oggi a mano ed esiccate in alta quota dai montanari, in un ambiente incontaminato. Questo significa che le botaniche utilizzate sono spontanee, e dunque intrinsecamente biologiche. Vengono raccolte senza l’ausilio di motori, senza pesticidi, fertilizzanti, anticrittogamici e soprattutto con enorme attenzione alla qualità dei prodotti nel rispetto dell’ambiente. Ogni produzione, proprio come una volta, è totalmente condizionata dal susseguirsi delle stagioni e dalle variazioni del clima. Una volta raccolte, le erbe vengono minuziosamente controllate dai Mastri distillatori che consegnano alla lavorazione solo le migliori.
VALLOMBROSA
Nell’Appennino Tosco-Emiliano, a 1.000 metri d’altezza, circondata da una foresta di piante secolari, sorge l’abbazia costruita nel 1028 da San Giovanni Gualberto, che fondò la Congregazione Benedettina di Vallombrosa, riconosciuta nel 1055 da Papa Vittore II. Famosa per la produzione casalinga di miele, cioccolata, preparati di erboristeria per la cura di viso e corpo, liquori e amari distillati di molte erbe, l’abbazia è soprattutto rinomata per il Dry Gin di Vallombrosa, prodotto unicamente a base di una varietà selvatica di bacche di ginepro che cresce sulle colline tra Sansepolcro e Pieve Santo Stefano, nella provincia aretina. Le bacche vengono macerate in alcol neutro di cereali, per tre mesi, in tini di acciao inox. L’alta concentrazione aromatica riscontrabile in questa pianta ne garantisce l’impiego in distillazione in forma mono varietale con ottimi risultati, al punto che alcuni selezionatori anglosassoni ne hanno scelto alcuni campioni per produrre dei Gin Single Estate con la tecnica del ‘cold compound’.